Recensione: The winery dogs - The winery dogs (2013)


Ancora un progetto di Mike Portnoy? Ma questo dorme la notte?
Stavolta il nostro caro Mike é spalleggiato da Billy Sheenan (un altro che non avrá tempo neanche di andare in bagno) e Ritchie Kotzen.
Beh, mi sembra chiaro che i tre personaggi qui sopra non abbiano bisogno di presentazioni, infatti se c'é una cosa ineccepibile in questo The winery dogs é proprio la qualitá della musica: ogni singolo secondo di ogni strumento é impeccabile, come da previsione.

Allora perché questo disco non mi entusiasma come dovrebbe? Ve lo dico, state calmi. 
Principalmente per 3 motivi:

1) Kotzen é un chitarrista pazzesco, ma come cantante, non é di mio gusto.
2) Il disco rischia poco, o perlomeno, meno di quanto mi aspettassi.
3) Avrei preferito 2-3 canzoni in meno.

In generale, il (super) gruppo mi convince parecchio di piú quando accelera i tempi o quando li abbassa, mentre non lo fa molto nei mid-tempo di facile ascolto perché il ritornello é praticamente sempre dietro l'angolo. Quando, invece, si da piú spazio agli strumenti e i ritmi si alzano leggermente (vedi i passaggi strumentali in The other side o Six feet deeper) é un piacere per i nostri padiglioni auricolari, perché questi 3 musicisti sono fra i maggiori esponenti del loro strumento ed é quasi un peccato sentirli relegati dietro una "forma-canzone".

Strumenti a parte, dicevo prima sul Kotzen - cantante: l'impostazione canora é quella di Eric Martin dei Mr Big (a tratti sembra di ascoltare lui, date un ascolto a The other side e ditemi che non è vero), ovviamente senza le sue sfumature e la sua qualitá. Ritchie non mi ha convinto totalmente: in ottimi pezzi quali I'm no angel e in You saved me (per dirne due), nei chorus non é incisivo quanto la canzone necessiterebbe, perché la sua voce non raggiunge dei picchi con una buona intensitá. Piú convincente, invece, in altri frangenti, specialmente quando si alzano i ritmi.

Tra le altre canzoni troviamo One more time che chitarristicamente mi ha ricordato moltissimo (per non parlare di plagio) un pezzo di Steve Vai presente in Aliens love secret, di cui adesso mi sfugge il nome.
Grande la conclusione del disco con due meravigliosi pezzi quali The dying (la migliore in assoluto, per quanto mi riguarda) e con la blues Regret, che si distaccano abbastanza da quanto sentito in precedenza e con un Kotzen stavolta pienamente convincente anche dietro il microfono.

Gusti personali e minuzie a parte, il disco merita sicuramente un voto alto e un ascolto da parte di tutti: abbastanza vario, suonato in maniera magistrale e con una produzione magnifica. Dategli un ascolto.

Voto 70/100
Top tracks: Elevate, The other side, The dying

Richie Kotzen: lead vocals, guitars, keyboard & percussion
Billy Sheehan: bass & vocals
Mike Portnoy: drums, percussions & vocals

Tracklist:
01. Elevate
02. Desire
03. We Are One
04. I'm No Angel
05. The Other Side
06. You Saved Me
07. Not Hopeless
08. One More Time
09. Damaged
10. Six Feet Deeper
11. Criminal
12. The Dying
13.Regret