Recensione: Matt Sorum's Fierce joy - Stratosphere (2014)


Uh? Un disco solista di Matt Sorum? Mmm... Sapete chi é Matt Sorum, vero? Quello sotto il casco da astronauta nella copertina qui sopra, per intenderci. Ok ve lo dico io. E' l'ex batterista dei The cult, dei Guns n' roses (da Use your illusions in poi) e dei Velvet revolver. Francamente non mi sarei mai aspettato un suo disco solista, invece scopro che sa cantare e sa suonare discretamente un sacco di strumenti, tra i quali piano e chitarra. Scopro, inoltre, che questo non é neanche il suo primo album. Sono perdonato perché anche lui lo definisce tale, in quanto ha dichiarato che messo molto di se in questo Stratosphere piú che nel suo primo disco, comprese le sue doti di produttore. Bravo Matt!

Il genere proposto in questo Stratosphere, sia chiaro, non c'entra una mazza con quanto fatto in carriera. Quindi se cercate un bell'hard rock tagliente, chiudete subito la pagina e mettete su, chessó, Contraband o ancora meglio uno dei due Use your Illusions. Stratosphere non é altro che é un raccoglitore di sue canzoni pop rock delicate, composte durante un lungo arco di tempo. Spesso e volentieri, infatti, sembra addirittura di ascoltare Damien Rice.

Come cantante, onestamente, Matt non ha molte frecce al suo arco, peró ha una voce gradevole e non cerca di strafare regalandoci qualche ottima interpretazione e qualche emozione. Ottime sono infatti alcune perfomance vocali, una ad omaggio di Bowie (What Ziggy says), quella calda e suadente di Ode to Nick Drake, con un gran bel violoncello in sottofondo, Josephine dedicata alla nonna, delle interessantissime (dal punto di vista strumentale, piú che altro) Lady of the Stone con violini "stonati" e una Land of the pure con soli da urlo nel finale. A propositi di soli "finali", troviamo anche degli ispiratussimi strumenti a fiato al termine di Killers n' lovers, che ironicamente, ha un incedere che ricorda Sorry di Axl Rose (dovrei chiamarli GN'R?). Ce n'é davvero per tutti i gusti. Beh, non proprio tutti, ma per molti, sicuramente sí.

Difficile descrivere questo disco, molto piú vicino, come atmosfere, ad un Jack Johnson (nel cantare di "ambiente"), al Ricky Warwick solista o al giá citato Damien Rice, piuttosto che alla carriera del batterista. 

Un viaggio intimo nell'universo di Matt Sorum. Molto buon gusto e toni pacati e maturi. Non per tutti.

Voto: 70/100
Top tracks: What Ziggy says, Ode to Nick drake, Lady of the stone

Tracklist:
01. Intro (Stratosphere Part 1)
02. The Sea
03. What Ziggy Says
04. For The Wild Ones
05. Goodbye To You
06. Gone
07. Lady Of The Stone
08. Ode To Nick Drake
09. Blue
10. Josephine
11. Land Of The Pure
12. Killers N Lovers
13. The Lonely Teardrop
14. Outro (Stratosphere Part 2)