Recensione: Queens of the Stone Age - ...Like clockwork (2013)


“Mio nonno diceva che capita a tutti noi di esser buttati al tappeto.
 Ma ciò che conta è lo “stile” con cui ci si rialza” - Homme

Recensione a cura di Eli Brant.

Finalmente.
Sono passati sei anni da “Era Vulgaris” e Josh Homme (voce/chitarra, mente e cuore dei Q.O.T.S.A.) ci aveva lasciati a secco per molto tempo. Decisamente troppo tempo.

Seppur inframmezzata da numerosi lives (peraltro non in Italia!) e dall’eccezionale debutto dei Them Croocked Vultures (con Dave Grohl, John Paul Jones e Alain Johannes) l’attesa è stata davvero estenuante.
E’ ne è valsa la pena? Sì. Assolutamente sì, ne è fottutamente valsa la pena!

Non sono ancora in grado di dire se è un album eccezionale (oggi penso di sì) o semplicemente ottimo. Sarà il tempo a decretarne la caratura.
Di sicuro c’è che è un disco tremendamente complesso (specie per lo standard dei Q.O.T.S.A.) ed io penso anche di “transizione”.
Ci sono infatti, elementi e sonorità finora sconosciuti alla band californiana, ma su tutto, incombe la percezione di una presenza oscura che ha guidato la mano di Josh nella composizione, tirandone fuori un sound ed un’intensità emotiva (anche nei testi) davvero feroci, originali ed a tratti del tutto destabilizzanti.

Ma andiamo con ordine.

“..Like Clockwork” è nato per ammissione della band durante un anno molto travagliato e difficile a livello personale. 
“Quest'album è il documentario audio di un anno folle” Homme
Una testimonianza di questo malessere però è data certamente dall'uscita di scena dopo dieci anni di militanza di Joey Castillo dietro le pelli. Jon Theodore (Ex-Mars Volta) ne ha preso egregiamente il testimone, ma solo giusto prima del termine delle registrazioni (è presente infatti solo nella titletrack), completate invece grazie al contributo dell'amico di sempre Dave Grohl.

E di amici “..Like Clockwork” è pieno: ci sono quelli nuovi Alex Turner-Arctic Monkeys, Sir Elton John, Jake Shears - Scissor Sister; quelli di vecchia data Trent Reznor-NIN e Nick Olivieri; o gli inossidabili Mark Lanegan, il già citato Dave Grohl, Alain Johannes fino ad arrivare alla moglie di Josh, Brody Dalle - Distillers.

Forse Homme sentiva la necessità della loro vicinanza se non proprio musicale quantomeno artistica. Ed infatti, la loro presenza nell'album non è invasiva. Ad eccezione però di uno tra essi. E non è Elton John (simpatico il siparietto con Josh al telefono: E.J. “l'unica cosa che manca al tuo album è una VERA regina” J.H.:”Tesoro, non ne hai idea!”) quanto piuttosto Trent Reznor. I brani che vedono la sua presenza (su tutte il capolavoro Kalopsia) denotano un netto cambio di rotta: sì tenebroso, ma anche travolgente e conturbante.

Quest'album è composto da tre categorie di brani.

Quelli “old school” che rassicurano con l'esplosivo e vincente stile Q.O.T.S.A. e che evidentemente sono anche i più orecchiabili. “I sat by the ocean”, estiva e scanzonata sarà una sicura Hit, così come la dinamitarda “My God is the sun”. Nel giro inserisco anche “Smooth sailing”, il brano più debole dell'Lp, ma che dal vivo rende davvero bene e farà smuovere anche i più integerrimi spettatori.

Ci sono poi le “ballads” che rappresentano, il primo elemento di discontinuità col passato.

La dolorosa “The Vampyre of time and memories” e poi la titletrack - “..like clockworks”(posta in chiusura) meno struggente ma forse più romantica della precedente. Ed anche Fairwheater Friends (ecco di nuovo il tema dell'amicizia) la quale, pur non essendo un lento è comunque un brano dolce e con un ritornello impossibile da scrollarsi dalla mente.

Infine, ci sono i brani “forti” e soprattutto complessi. 
Quelli cioè con una decisa connotazione dark, che influenzano col loro sound la percezione ed il significato dell'intero album. La strepitosa traccia d'ingresso “Keep your eyes peeled”, la coinvolgente “If I had a tail” ed i capolavori assoluti “I appear missing” e “Kalopsia”.

Sono brani molto elaborati, ricchi di effetti (sinth ed echo su tutti), pianoforti, doppie e triple voci di cori in lontananza e soprattutto scatti improvvisi di pura potenza rock, graffianti, grassi ed imponenti.
Il tutto però mescolato a profonda tenerezza ed emotività che fino ad oggi (molto) raramente avevano toccato la band californiana . Il risultato finale è un turbinio di sensazioni contraddittorie che lasciano sopraffatti. Completamente storditi.

Questi sono i nuovi Queens of the stone age.

"In tutta onestà, l'ultimo paio di anni di fallimenti e di angosce sono stati la cosa migliore che mi potesse mai accadere. Mi ha dato l'opportunità di distinguere ciò che è veramente importante per me”

Insomma, “..Like clockwork” è lo specchio dell'animo di Josh (e della band tutta) nell'ultimo anno.
E non è forse questo il massimo che ci si possa aspettare da un artista?
I Q.O.T.S.A. sono stati capaci di reinventarsi al 6° album e di certo c'è solo che siamo di fronte ad un'opera preziosa, che va gustata ed apprezzata con calma.

Ben tornate regine primordiali!


VOTO: 85/100

Tracklist:
1. "Keep Your Eyes Peeled" 5:04
2. "I Sat by the Ocean" 3:55
3. "The Vampyre of Time and Memory" 3:34
4. "If I Had a Tail" 4:55
5. "My God Is the Sun" 3:55
6. "Kalopsia" 4:38
7. "Fairweather Friends" 3:43
8. "Smooth Sailing" 4:51
9. "I Appear Missing" 6:01
10. "…Like Clockwork" 5:24
Giovanni Gagliano

Passionate about music I wrote my first article for "Given To Rock" in 2012, reaching now 30K global followers. I am also a musician, gigging around London.

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