Recensione: Wolfmother - New crown (2014)

A cura di Antonio Spina.

Li avevo conosciuti con un pezzo tanto energico quanto sprizzante erotismo: Woman. Rimasi folgorato ricordo….(ma questi chi cazzo sono?!!). Questa fu la mia esclamazione. Ai tempi…Sono passati ben 9 anni dall’album d’esordio di questi ex-rampanti rockers australiani capeggiati dallo spompato Andrew Stockdale. Sicuramente l’album con Slash e la conseguente frequentazione con il chitarrista riccioluto hanno fatto male al giovane Andrew. C’è da capire se ad averlo spompato cosi’ tanto siano state le sessions di registrazione, i live o le quattro pollastrelle che sicuramente avranno dimorato nei camerini dell’ex Guns N Roses, esplicando pratiche alquanto “red light”. 

Analizzando questo loro ultimo lavoro (con tanto di rima) dal titolo New Crown ho purtroppo constatato di come ormai i suoni vintage e l’aggrapparsi fedelmente alle reminiscenze settantiane abbiano fatto il loro tempo. Come l’ho capito? Semplice. Una volta terminato l’ascolto mi sono promesso che qualora volessi ascoltare il sound 70’s, di certo non avrei mai e poi mai ascoltato New Crown. I motivi sono due: i riff piu’ scontati della risposta alla domanda di prima (chi ha spompato Andrew?) e il mix decisamente scadente del disco. Gli strumenti sono slegati tra loro in maniera imbarazzante, una batteria assolutamente compressa malissimo (e chi sa di registrazione rock sa quanto un compressore sia importante). Passando in rassegna i pezzi si inizia con How Many Times, Enemy is in your mind e Heavy Weight: in tutti e tre i pezzi si riscontra un uso spropositato dell’effetto octave nonche’ linee vocali che inneggiano (malamente) al miglior Ozzy Osbourne.

La formula Wolfmother e’ sempre quella. Ma non funziona piu’ e lo si capisce con l’omonima New Crown. Bene, per me l’ascolto potrebbe anche fermarsi qui…ma andiamo avanti. Doppia razione di caffe’ e via! Skippando Tall ships, che e’ una copia conforme dei primi cinque pezzi, giungiamo a Feelings.Qui si che ho pensato: “oggi non ascolto piu’ musica”.Un mix tanto trasandato quanto inutile tra Misfits e Green Day. Non me ne voglia il buon Glenn Danzig (con il quale mi scuso per la citazione in questo contesto NON-rock). Stockdale, il punk-rock non e’ roba tua e dei tuoi compari, fattene una ragione. 
Con I ain’t got no, She got t e My tangerine dream prosegue il disco tra noia, delusione e tristezza per una band a cui e’rimasto poco e nulla da dire evidentemente. L’ultimo pezzo (finalmente) e’ Radio…mah. La piattezza fatta rocknroll…senza offesa per il rocknroll. Quello bello. Quello fatto col cuore e con le palle cubiche e senza mezzi termini. Quello che assolutamente manca in questo chiamiamolo “disco” e che non fa altro che diminuire le speranze di chi, come il sottoscritto,vorrebbe una rinascita del Rock 70’s. Rinascita tanto sognata quanto utopica visto il contesto musicale di copia e incolla generale… 

Concludo con un monito: anche Picasso era convinto che bisognasse pur sempre rifarsi ad un “modello” e che la copia e’ pur sempre una creazione. “I mediocri imitano, i geni copiano”. In questo disco ho riscontrato solo sterilita’ ed intenzioni fine a se stesse, mancanza di mordente e voglia di comunicare con del sano e puro rocknroll. Dispiace per una band che ho sempre apprezzato e soprattutto per un cantante dal timbro vocale unico e che continuero’ malgrado tutto ad apprezzare. Andrew Stockdale. LO SPOMPATO.

Track listing:
1. How Many Times
2. Enemy Is In Your Mind
3. Heavy Weight
4. New Crown
5. Tall Ships
6. Feelings
7. “I Ain't Got No”
8. She Got It
9. My Tangerine Dream
10. Radio
11. I Don't Know Why
Giovanni Gagliano

Passionate about music I wrote my first article for "Given To Rock" in 2012, reaching now 30K global followers. I am also a musician, gigging around London.

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