Recensione: Black Label Society - Catacombs Of The Black Vatican (2014)


Lo aveva annunciato lo stesso Zakk Wylde: "Catacombs Of The Black Vatican sarà il solito album dei Black label society". Ed é esattamente così: sentiti i primi mille, sentiti tutti: soliti riffacci, solita grezzaggine, soliti grandissimi soli e solite belle ballad.

Prima di dire quello che penso di quest'album (e di tutti gli altri dei Black label society), per dovere di cronaca è doveroso dire che c'é stato un cambio di line-up: il chitarrista Nick Catanese ha lasciato la band ed è stato rimpiazzato da Dario Lorina (Lizzy Borden). Ok, ho detto quanto dovevo, adesso dico la mia sull'album e in generale sui Black Label society.
Zakk Wylde è un musicista pazzesco e possiede tutto quello che un musicista completo dovrebbe avere. Però non mi è piaciuta l'evoluzione della sua carriera. Vengo e mi spiego: grandissimo il freschissimo debut Pride & glory, ancora più grande il seguente album acustico Book of shadows, ma i Black label society non mi sono mai andati giù. Ecco, l'ho detto.

Zakk ha, secondo il mio modo di vedere, qualità e gusto superiori al 90% (forse piú) dei musicisti in circolazione ma con i BLS è come se volesse soffocare tutto ciò con esecuzioni e produzioni tamarre (e copertine, mi verrebbe da aggiungere, guardate che brutta questa). Zakk, dico io, hai una bellissima voce naturale, perchè tutti quei cori e quei riverberi pazzeschi nella voce? Ecco, prendete, per esempio, l'inizio di Angel of mercy o di Scars: la sua voce esce naturale (esattamente come usciva naturale nei dischi di inizi carriera) e la differenza per quanto mi riguarda si sente eccome. Purtroppo i momenti cosí saranno sporadici, anche nelle stesse ballad Zakk ama doppiare le voci o mettere un fastidioso riverbero. Scelta che non comprendo. Anche dal punto di vista strumentale la produzione non mi convince, senso sempre una "patina" sopra tutto, i suoni non arrivano alle mie orecchie come "naturali".

Produzione tamarra a parte, il disco non ha molte pecche, sia chiaro, é pure ottimamente strutturato (11 brani brevi inframezzati da alcune ballad) e se avete amato gli altri dischi della band, molto probabilmente amerete pure questo, perché tutti i segni distintivi dei BLS ci sono tutti e Zakk & soci non hanno certo perso la voglia di suonare. Le composizioni sono mediamente buone, alcune piú di altre, ma il mio pensiero rimane quello: con degli accorgimenti diversi i Black label society sarebbero probabilmente uno dei miei gruppi preferiti, purtroppo non lo sono.

Voto 63/100
Top tracks: Angel of mercy, Empty promises, Shades of gray

Tracklist:
1. Fields of Unforgiveness 3:12
2. My Dying Time 3:22
3. Believe 3:44
4. Angel of Mercy 4:14
5. Heart of Darkness 3:39
6. Beyond the Down 2:54
7. Scars 4:13
8. Damn the Flood 3:18
9. I've Gone Away 3:51
10. Empty Promises 5:16
11. Shades of Gray 6:28
Giovanni Gagliano

Passionate about music I wrote my first article for "Given To Rock" in 2012, reaching now 30K global followers. I am also a musician, gigging around London.

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