Recensione: Operation:mindcrime - The Key (2015)


Dopo sputi, litigate, tribunali e dopo aver lasciato il nome "Queensryche" ai suoi cari ex amici di sventura, ecco che Geoff Tate si presenta con il suo progetto ufficiale, che prende il nome di un capolavoro del passato, Operation:mindcrime.
Personalmente quando sento nomi cosí "altisonanti" mi viene sempre un brivido lungo la schiena. Non é meglio lasciarli dove stanno? Comunque, siamo qui per giudicare la musica, non i nomi o i titoli. Prima peró é doveroso citare gli altri musicisti. John Moyer (Disturbed), Simon Wright (AC/DC, Dio), Brian Tichy (Whitesnake), Randy Gane (Myth), Scott Moughton e Kelly Gray che aveva giá suonato con lui nella band madre. Apparizioni anche per David Ellefson, Mark Daily and Scott Mercado. Vi state annoiando, vero? Lo so. Partiamo con la recensione.

01. Choices
Praticamente un'intro. Dura quasi 4 minuti ma é pur sempre un'intro. Non male ma é pur sempre un'intro. Ok, ora basta.

02. Burn
Computer e futuro. Si parte con la prima vera e propria canzone. Non troviamo Glenn Hughes (purtroppo), ma uno Geoff Tate maturo (intendetelo come volete) ed esattamente in linea con quanto fatto nel recente passato. Il pezzo non é male, ha un buon tiro nonostante i suoni non siano molto di mio gradimento. Durante il chorus la parte vocale si alza di intensitá (e di tono, non succederá molto spesso) e tutto ha senso. Non epocale, ma pezzo discreto.
 
03. Re-Inventing The Future
Avete presente il nome della band? Ecco, circa 3-4 canzoni di quell'album sono mischiate in questa Re-inventing the future (The mission in testa a tutte, il riff é proprio lui) che, per forza di cose, funziona. Ti piace vincere facile?

04. Ready To Fly
In apertura, ancora atmosfere dal disco in questione. Poi il tutto cambia con uno strano tempo scandito da un basso molto presente. Linee vocali abbastanza blande e, a parte l'interessante sezione ritmica, c'é poco altro da sentire in questo brano, compreso assolo di tastiere discutibile.

05. Discussions In A Smoke Filled Room
Solamente una (lunga) introduzione al brano successivo. Una discussione in una stanza piena di fumo (per chi sapesse poco l'inglese). 

06. Life or Death?
Cantata prevalentemente da Mark Daily (che perdonate l'ignoranza, non so chi sia. E neanche Google lo sa. Se qualcuno lo sapesse, mi illumini, please) che sfrutta egregiamente lo spazio a sua disposizione. Ridá un po' di brio all'ascolto del disco, anzi, se proprio devo essere sincero, canta con molta piú voglia ed energia di Tate (che sembra canti spesso dalla poltrona). In qualche modo Life or death funziona grazie a questo.

07. The Stranger
Pezzo strano che comincia con un bel riff. Tate canta con piú voglia, ma il pezzo é troppo artefatto e "crossover" per convincermi. Peró ci vedo un pizzico di coinvolgimento in piú (da parte loro) rispetto a quanto ascoltato per adesso. Il pezzo non mi piace granché ma almeno ha "anima".

08. Hearing Voices
Altro buon riff in apertura, poi il pezzo va avanti con il pilota automatico. Potrei confonderlo con altri 40 brani composti da Tate. Perché tutte queste sovraincisioni, nei ritornelli? Non le sopporto proprio. Skip track

09. On Queue
Ricorda qualcosa di Promised land (forse proprio la title track) nel suo incedere particolare e amosferico (e nel sax finale). I suoni sono migliori dei brani precedenti, che non mi piacciono granché. In questa sono piú di impatto, nella loro semplicitá. Non possiede assolutamente lo splendore dell'album citato, ma si lascia ascoltare, nella sua diversitá.

10. An Ambush Of Sadness
L'ennesima intro. Non male, per caritá, ma non cominceranno ad essere un po' troppe?

11. Kicking In The Door
Brano piú breve dell'album (intro a parte) con ritmi cadenzati e atmosfere simili alla traccia 9 (quella simile a Promised land, ricordate?). Un pezzo "particolare ed atmosferico" era piú che sufficiente, due sono troppi. Oltretutto questa é decisamente inferiore. L'ascolto del disco si fa decisamente pesante.

12. The Fall
Brano piú lungo dell'album posto in chiusura. Un po' di brio in piú con ritmi prog, ma niente di che, sempre troppe voci e cori che smorzano l'immediatezza. Ritorna il sax, che onestamente non stavo aspettando proprio con ansia. Dei passi in chiusura. Boh. Il pezzo non é male, in totale. Peró mi sono reso conto che sto dicendo sempre: "non é male", "si lascia ascoltare" etc. Si, ma i pezzi davvero belli dove sono?

Ho dimenticato di citare il fatto che questo é il primo disco di una trilogia (gli altri due dischi pare usciranno a breve) e facendo riferimento a quanto ho detto nell'ultimo rigo di The fall: volete veramente ascoltare il seguito di quest'album? C'é davvero qualcuno che lo attende con ansia?
Leggevo dichiarazioni di Tate che dicevano qualcosa tipo: "in questo disco non troverete skip tracks, sono tutti pezzi validissimi". Geoff, io non sono molto d'accordo... fossi stato in te ne avrei accantonate almeno 5-6. Che, se togli le 3 introduzioni, sono quasi tutte.

Voto 50/100
Top tracks: Burn, Re-inventing the future, Life or death.
Skip tracks: Ready to fly, Hearing voices, Kicking in the door.

Giovanni Gagliano

Passionate about music I wrote my first article for "Given To Rock" in 2012, reaching now 30K global followers. I am also a musician, gigging around London.

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