Recensione: Sascha Paeth`s Masters Of Ceremony - Signs of Wings (2019)


Uh, che bella sorpresa!
Aspetti mille dischi che finiscono col deluderti e quello su cui non avresti scommesso un centesimo ti colpisce in pieno. Non ci avrei scommesso nulla perché il progetto Sascha Paeth`s Masters Of Ceremony non é nato neanche spontaneamente, ma é stato praticamente "commissionato" dalla Frontier records. In genere non é una buona premessa per un disco, ma non é questo il caso di un disco senz'anima. La line up del disco é composta da membri attuali degli Avantasia (che adoro), menzionando per primo Sascha Paeth che, oltre ad essere il chitarrista, é anche autore e produttore della band. Completano la formazione la bellissima e incredibile Adrienne Cowan alla voce (quanti colori che ha la sua voce...) Corvin Bahn alle tastiere, André Neygenfind al basso e l'immancabile Felix Bohnke (batteria) che suona con mille formazioni.

Veramente ottimo il trittico iniziale con Die Just a little in particolare che si candida ad essere una delle mie canzoni preferite dell'anno. Menzionavo prima i colori della voce di Adrienne: ascoltatela in The path. E' davvero raro trovare qualcuno che canti cosí bene in contesti aggressivi come fa lei (anche con la sua band madre Seven spires) ed essere versatile e convincenti in tutti i contesti. Ascoltare la successiva Sick, per credere, dove canta su tutti i territori metal possibili. In alcuni frangenti si sente che Sascha é produttore degli Avantasia, ascoltare gli arrangiamenti del ritornello di Where Would It Be, solo per portarvi un esempio.

Ottime le due canzoni conclusive: la "piratesca" Bound in vertigo (che potrebbe essere una canzone degli Avantasia), e soprattutto la stupenda Signs Of Wings a chiusura. Intro delizioso e la canzone che cresce con lo scorrere del tempo. Adrienne é sublime durante tutto il pezzo e il ritornello é a dir poco favoloso. La sto ascoltando proprio in questo momento e sapete che vi dico? Forse scelgo questa su Die Just a little come pezzo migliore dell'album (ma perché dovrei scegliere, poi?). Quando la musica che ascolto mi piace cosí tanto comincio a vaneggiare, non fateci caso.

Se mi conoscete personalmente o seguite Given to rock da un po', sapete che presto molta (forse troppa) attenzione alla voce e con un pezzo di questo disco voglio cercare di farvi capire il mio punto di vista: ascoltate il ritornello di Weight Of The World (canzone non imprescindibile, sia chiaro, che peró riesce a darmi buone vibrazioni per merito della cantante): se ascoltate la voce di Adrienne sentirete una cantante che dá tutta se stessa, non risparmiando neanche un briciolo della sua voce, nonostante un contesto dove il ritornello é abbastanza generico e ci siano tante altre voci che la accompagnano. Questo é l'approccio al canto che voglio ascoltare e quello che per me fa la differenza fra un cantante che mi emoziona e uno (pur bravissimo) che non lo fa.

Sign of wings é davvero un gran bel disco, con alcune canzoni clamorose (vedi quella a fondo pagina) e a metá fra Heavy e Power metal, che mi lascia davvero poco da ridire e lamentarmi come al mio solito. Se vi piace il genere, acquisto obbligato. Disco dell'anno, fino a questo momento.

Voto 77/100
Top tracks: Die Just A Little, Sick, Sick, Signs Of Wings.
Skip track: My Anarchy

1. The Time Has Come
2. Die Just A Little
3. Radar
4. Where Would It Be
5. My Anarchy
6. Wide Awake
7. The Path
8. Sick
9. Weight Of The World
10. Bound In Vertigo
11. Signs Of Wings

 
Giovanni Gagliano

Passionate about music I wrote my first article for "Given To Rock" in 2012, reaching now 30K global followers. I am also a musician, gigging around London.

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