Iron Maiden - The book of souls Review (2015)


The book souls is still the latest Iron Maiden album and why don't we talk about it again, before the coming of Senjutsu? What you will see here below is my opinion (in video) after 6 years from the release, while what I wrote below (in Italian) was when the album came out.



ITALIAN TRACK BY TRACK

Ci sono poche cose, in musica, che mi mettono ansia come l'uscita del nuovo album degli Iron Maiden.
Fu così da ragazzino fa per The X factor nel 1995 (quando spesi una fortuna comprando qualsiasi giornale che minimamente accennasse all'argomento), così faccio oggi, decisamente piú cresciuto, per questo nuovo, attesissimo, sedicesimo album in studio della vergine di ferro, The book of souls. Oggi non compro quasi più giornali (c'è internet, purtroppo o per fortuna), ma l'ansia è quasi la stessa, nonostante le poche aspettative a causa delle ultime composizioni, soprattutto quelle dell'ultimo, pessimo, The final frontier. Ansia generale accresciuta anche dai 5 anni di attesa dall'ultima fatica (!) e soprattutto dal fatto che è il primo doppio CD in carriera, cosa mi spiazza perchè non so ancor di più cosa aspettarmi. Bene, bando alle ciance adesso, le risposte le ho trovate e sono scritte qui sotto. Se volete conoscerle, continuate a leggere!

CD1

01. If Eternity Should Fail
Intro del brano che starebbe bene in un moderno western di Tarantino, dopo quasi 2 minuti si comincia con la canzone vera e propria, a dire il vero abbastanza "strana" come opener. Suona più come una canzone posta a metà disco del Dickinson solista, piuttosto che come opener dei maiden. Il finale "satanico", giusto per ribadire il concetto, è molto "The chemical wedding" (troviamo qualcosa di molto simile in quell'album). Venendo alla qualitá generale: molto bello il refrain strumentale verso metá e ritornello convincente che ti si stampa in testa sin dal primo ascolto. Il pezzo mi piace e mi convince, forse poco adatto come opener, ma convince eccome. Si parte bene, in maniera particolare, ma bene.
 
02. Speed Of Light
Ecco quale ci stava come opener, Speed of light! Pezzo già proposto in anteprima e quindi già ampiamente conosciuto dai fan dei maiden (ho postato il video al termine della recensione, nel caso vi fosse sfuggito). Non un capolavoro (le A aperte sulle note alte di Bruce Bruce cominciano a darmi un po' fastidio), ma funziona, la band gira e sarà sicuramente un punto forte del nuovo tour. Vabbè sono sicuro che lo conoscete tutti da un bel pò di tempo, passo al resto. Ah, finale molto Ronnie James Dio, lo avete notato?

03. The Great Unknown
Brano di difficile lettura concepito dalla penna di Smith/Harris, che anche dopo svariati ascolti mi risulta poco decifrabile. Inizia grosso modo come un brano di Blaze post maiden (Silicon Messiah, se non vado errato) poi Bruce va ancora su note molto (troppo) alte e, in generale, forse manca quella scintilla che potrebbe rendere The great unknown davvero un bel pezzo. Potrebbe stare in A matter of life and death, come caratteristiche. E non sarebbe di certo tra i migliori.

04. The Red And The Black
Pezzo abbastanza pretenzioso (dura 13 minuti e mezzo) e con tante buone idee, ma assemblate in maniera discutibile, alcune sembrano proprio messe li con il copia-incolla o con poco criterio. Parte molto bene con intro di basso strano di Stevone Harris che ricorda vagamente Blood on the world's hands (da The X Factor.  La conoscete, no?), poi delle buone strofe con tipiche calvalcate ma anche degli ohohohohohhh buttati un po' li e che ritroveremo (purtroppo) per tutto la durata. Inoltre, solo io penso siano una mezza porcata quei cambi di velocità ai minuti 7.14, 9.11 e 12.30? In mezzo, però, tra il minuto 9.11 e il 12.30 c'è una parte di assoluto livello, forse una delle parti strumentali migliori del disco, con le 3 chitarre che fanno un lavoro stupendo. The red and the black é abbastanza solare e cresce con gli ascolti ma se devo essere onesto con voi, la prima volta l'ho trovata quasi inascoltabile.

05. When The River Runs Deep
Si riparte con un pezzo più snello e su durate più canoniche rispetto al precedente. L'incedere della strofa di questa quinta traccia mi ricorda molto Man on the Edge (questa la conoscete sicuro, dai), ma la linea vocale è molto più variegata e meno aggressiva e diretta. Il pezzo si sviluppa comunque in maniera molto diversa rispetto alla canzone citata sopra e non è malvagio, ma viaggia a luci ed ombre, come questo primo Cd.

06. The Book Of Souls
Uh, la title track. Ho sempre molte aspettative sulla title track di un disco dei maiden.
Un intro delicato che sfocia in un brano epico che più epico non si può. Ritmi bassi e cadenzati con Bruce estremamente teatrale nella prima parte, seconda che viaggia su binari più spediti e con grosso spazio alle 3 chitarre con riffoni, soli e i "soliti" intrecci che riportano alla mente qualche bell'episodio di Powerslave. La canzone non tradisce le (mie) "attese da title track" e si chiude esattamente come si é aperta, anche qui, come da tradizione Maiden. The book of souls è certamente una delle migliori canzoni del lotto, senza dubbio la migliore di questo primo disco. Chapeau

CD2

01. Death Or Glory
Si comincia con un riffone iniziale e ritmi direttamente dagli anni 80 (anche qui qualcosa che mi ricorda Powerslave), stavolta la scelta dell'opener del secondo Cd é azzeccatissima: assoli ispirati, Nicko sui suoi consueti "ride" e Bruce che viaggia "a regime" (senza esagerare troppo) in una prestazione vocale maiuscola. L'inizio del ritornello mi ricorda molto Never say die dei Black Sabbath. Dite quello che volete, ma penso che di questi pezzi negli album dei maiden odierni ce ne vorrebbero di più. Il fare canzoni lunghe ed articolate ad ogni costo non è sempre una scelta vincente. Se ci pensate, la stragrande maggioranza delle canzoni più apprezzate dal pubblico sono prevalentemente brevi: The trooper, The number of the beast, Run to the hills, Aces high, 2 minutes to midnight, Wasted years, Iron Maiden, Wrathchild, Flight of Icarus, The evil that men do... ok, avete capito. Non dico che Death or glory possa competere con questi semi-capolavori citati sopra, ma l'approccio è quello. E ci piace.

02. Shadows Of The Valley
Comincia con qualcosa di A matter of life and death, dopo un minutino scarso si passa direttamente ad atmosfere à là Brave new world. Se vi è piaciuto quel disco probabilmente apprezzerete molto questa Shadows of Valley: tastiere aperte e atmosferiche e incedere più solare, con i soliti buoni intrecci chitarristici dei 3 moschettieri Murray-Smith-Gers (quest'ultimo l'ho recentemente incontrato passeggiando per camden town. Non so cosa c'entra dirvi questo all'interno della recensione, ma volevo rendervi partecipi). Decisamente un buon pezzo. Questo secondo Cd comincia molto bene.

03. Tears Of A Clown
Canzone più breve dell'album dedicata all'attore Robin Williams e la preferita dell'album di Dickinson (anche questa potrebbe suonare come un suo pezzo solista, ma non l'ha scritta lui). Pezzo abbastanza poco Maiden, dall'incedere particolare e con un impatto a tratti "pop" a tratti "prog", con un Bruce che vocalmente non cerca di strafare. Qualcosa di molto diverso rispetto a quanto ascoltato fino a questo momento, ma non per questo meno convincente. Dai su, non fate i duri e puri, è una bella canzone, immediata, che si fa apprezzare sin dai primissimi ascolti. Una delle mie preferite, se devo dirla tutta.

04. The Man Of Sorrows
Ma non c'erà un titolo quasi uguale in Accident of birth di Bruce? Preferivo decisamente quella, in verità, rispetto a questa firmata da Murray/Harris. Forse l'estrema durata del disco sta incominciando a pesare un pochettino. Per tenere alta l'attenzione dopo tanti (troppi?) minuti di ascolto, ci vorrebbe qualcosa di più. Il brano non è malvagio, sia chiaro, però manco tutto sto granchè. Io ne avrei fatto volentieri a meno. Sento solo io qualcosa che non va nell'assolo iniziale?

05. Empire Of The Clouds
Un pianoforte??? E che è, Elton John? Mai mi sarei aspettato queste sonorità negli Iron maiden. Ma non voglio fare il bigotto e andiamo avanti nell'ascolto in quello che oggettivamente è il brano più aspettato (e temuto) di questo The book of souls, a causa della sua lunga durata: ben 18 minuti, ovvero nettamente la più lunga della carriera della vergine di ferro. Dicevamo, pianoforte e intro, belle melodie, a tratti sembra di trovarsi all'opera. I ritmi si alzano leggermente e le chitarre fanno il loro ingresso, alla loro maniera, tipicamente maiden. I ritmi si alzano ancora di più, qualche passaggio è un po' forzato come in The red and the black (tipo quello a 10.34), poi di nuovo la parte iniziale. Oh vabbè è praticamente impossibile descrivere una canzone come questa in poche righe, vista la tanta carne al fuoco. Quello che posso dire é che il tempo passa molto velocemente e le melodie (soprattutto quella portante) risultano spesso vincenti. Forse non sará il capolavoro totale che molti si aspettavano, ma mi sento di dire che é un ottimo pezzo. Però Bruce la deve smettere di cantare su quelle note e cercare sempre di strafare, la sua voce su quelle frequenze diventa quasi fastidiosa. Cacchio, mai mi sarei aspettato di accostare l'aggettivo fastidioso al mio mito Bruce. Sia chiaro, la sua prova vocale è magnifica, ho da ridire solo quando va su determinate "frequenze", per me evitabili. Se ascoltate l'album vi renderete conto di cosa sto parlando. Ritornando al pezzo: promosso, non un capolavoro, ma puó risultare molto facile ritrovarsi ammaliati dalle sue melodie.


Se seguite il blog e non siete qui per caso perchè avete digitato "Iron maiden the book of souls recensione" su google (cosa molto probabile), sapete esattamente cosa sto per scrivere, ma lo scrivo lo stesso proprio per fare sapere il mio pensiero sugli "album lunghi ad ogni costo" agli avventori casuali: perchè non ridurre l'ascolto eliminando 2-3 pezzi deboli ed rendere questo disco decisamente migliore e più scorrevole? The book of souls contiene della gran bella musica, ed è un netto passo avanti rispetto agli ultimi due album da studio dei Maiden. L'unico difetto che gli riconosco è quello di essere dispersivo, ho finito l'album sempre con un po' di fatica. Una ventina di minuti in meno (quindi ridurre tutto ad un solo disco) avrebbe a mio avviso migliorato l'ascolto globale. Se dovessi scegliere tra il primo ed il secondo Cd (anche se non vedo perché dovrei farlo), sceglierei il secondo, con solo la traccia numero 4 un po' sottotono e due gioellini immediati con Tears of a clown e Death or glory. In ogni caso, profondo rispetto per Steve Harris e soci che dopo 35 anni di carriera trovano ancora l'energia e l'ispirazione per regalarci un disco con tanti minuti di ottima musica e ispirazione come The book of souls. Up the irons!

Voto 72/100
Top tracks: The book of souls, Tears of a clown, Death or glory.
Skip track: The man of sorrows


Disc 1 1. If Eternity Should Fail (Dickinson) 8:28 2. Speed Of Light (Smith/ Dickinson) 5:01 3. The Great Unknown (Smith/ Harris) 6:37 4. The Red And The Black (Harris) 13:33 5. When The River Runs Deep (Smith/ Harris) 5:52 6. The Book Of Souls (Gers/ Harris) 10:27 Disc 2 7. Death Or Glory (Smith/ Dickinson) 5:13 8. Shadows Of The Valley (Gers/ Harris) 7:32 9. Tears Of A Clown (Smith/ Harris) 4:59 10. The Man Of Sorrows (Murray/ Harris) 6:28 11. Empire Of The Clouds (Dickinson) 18:01 - See more at: http://hasitleaked.com/2015/iron-maiden-the-book-of-souls/#sthash.7dl3tIXM.dpuf
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Disc 1 1. If Eternity Should Fail (Dickinson) 8:28 2. Speed Of Light (Smith/ Dickinson) 5:01 3. The Great Unknown (Smith/ Harris) 6:37 4. The Red And The Black (Harris) 13:33 5. When The River Runs Deep (Smith/ Harris) 5:52 6. The Book Of Souls (Gers/ Harris) 10:27 Disc 2 7. Death Or Glory (Smith/ Dickinson) 5:13 8. Shadows Of The Valley (Gers/ Harris) 7:32 9. Tears Of A Clown (Smith/ Harris) 4:59 10. The Man Of Sorrows (Murray/ Harris) 6:28 11. Empire Of The Clouds (Dickinson) 18:01 - See more at: http://hasitleaked.com/2015/iron-maiden-the-book-of-souls/#sthash.7dl3tIXM.dpuf
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Giovanni Gagliano

Passionate about music I wrote my first article for "Given To Rock" in 2012, reaching now 30K global followers. I am also a musician, gigging around London.

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