Puó essere che questo sia il miglior disco dei Rival sons, detto da uno che non li ha mai seguiti?
Vengo e mi spiego: ogni tanto mi imbatto in qualche canzone in qualche playlist. Non appena becco qualcuna dei Rival sons penso: "oh, ma che bello sto pezzo, chi sono?" Una volta accertato che sono i Rival sons vado a cercare l'album corrispondente e me lo ascolto, sempre con il medesimo risultato: verso metá disco, stacco. Ho fatto la stessa cosa con questo Feral Roots e non solo ho terminato l'album ma me lo sono pure goduto. Ora, con questo non dico che non avrei tolto nessun pezzo a questo Feral Roots (pochi dischi sono immuni a questo mio commento) ma nel suo insieme mi convince nettamente piú dei precedenti.
Vengo e mi spiego: ogni tanto mi imbatto in qualche canzone in qualche playlist. Non appena becco qualcuna dei Rival sons penso: "oh, ma che bello sto pezzo, chi sono?" Una volta accertato che sono i Rival sons vado a cercare l'album corrispondente e me lo ascolto, sempre con il medesimo risultato: verso metá disco, stacco. Ho fatto la stessa cosa con questo Feral Roots e non solo ho terminato l'album ma me lo sono pure goduto. Ora, con questo non dico che non avrei tolto nessun pezzo a questo Feral Roots (pochi dischi sono immuni a questo mio commento) ma nel suo insieme mi convince nettamente piú dei precedenti.
Ci ho ho trovato un'ottima ispirazione, tante idee differenti, un cantato praticamente perfetto ed una batteria di Mike Miley strepitosa (sopra tutti gli altri strumenti, anche loro che svolgono un lavoro egregio): ascoltare per credere la parte finale di Look away. Anche il suono generale del disco e la copertina sono esenti da qualsiasi critica: moderno ma con uno sguardo al passato il primo, mentre la parte grafica é davvero interessante sia come concept che come realizzazione.
Le prime canzoni Do your worst, Sugar on the bone e Back in the woods fanno il loro ma il vero piatto forte (fortissimo) é la parte centrale con la giá citata Look away, la bellissima title track e la appassionante Too bad che trasuda blues da tutti i pori. Discrete anche la ballad All Directions e soprattutto End of forever, con una grandissima prova vocale da parte di Jay Buchanan. L'ultima traccia, Shooting star, é praticamente un gospel che, pur essendo interessante, trovo fastidiosamente identico ad un motivetto di Moby (che odiavo, quindi non chiedetemi il titolo) che mi fanno chiudere l'album anzitempo.
A questo punto mi aspetto un commento da qualche fan di vecchia data della band per confermarmi se questo sia davvero il miglior album dei Rival sons o meno.
Voto: 72/100
Top tracks: Look away, Feral roots, Too bad
Skip track: Shooting star
Voto: 72/100
Top tracks: Look away, Feral roots, Too bad
Skip track: Shooting star
Tracklist:
01. Do Your Worst02. Sugar On The Bone
03. Back In The Woods
04. Look Away
05. Feral Roots
06. Too Bad
07. Stood By Me
08. Imperial Joy
09. All Directions
10. End Of Forever
11. Shooting Stars
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