Recensione: Sons Of Apollo – Live With The Plovdiv Psychotic Symphony (2019)


Sapete chi sono i Sons of Apollo, vero? Esatto, un ennesimo supergruppo con Mike Portnoy.
Li avevamo lasciati due anni fa (sono giá passati due anni?!?!?!?) con il debut Psychotic Symphony (clicca per la recensione). Da quella recensione copio-incollo gli altri protagonisti della band, guardate quanto sono vile: Derek Sherinian alle tastiere, poi Ron “Bumblefoot” Than alla chitarra, Billy Sheehan al basso e Jeff Scott Soto al microfono.

Questo Live With The Plovdiv Psychotic Symphony mi é piaciuto molto: non ho visto solo una band eccezionale dal punto di vista tecnico (scontato dirlo, dati i nomi dei musicisti) ma l'ho vista anche abbastanza affiatata sulle cover/improvvisazioni e anche con la giusta attitudine live, con una grande interazione con il pubblico bulgaro presente. Una band fatta e finita piú che un "progetto" a sé stante, insomma. Mi é piaciuto, anche piú che da disco, Jeff Scott Soto che si é mostrato molto versatile e sempre sul pezzo con le tantissime cover che vedete nella tracklist a fondo pagina.

Il live é diviso in due parti: la prima dove la band esegue le belle canzoni del loro debut con l'aggiunta di qualche sorpresa: la cover di Just let me breathe dei Dream theater (clicca qui per il "primo ascolto") The Prophet's Song dei Queen eseguita con il pedale a loop (si dice cosí?) dal cantante e persino il tema della Pantera rosa.
Nella seconda parte, invece, c'é spazio per un sacco di cover con l'ausilio dell'orchestra, che a livello sonoro rimane un po' ai margini, onestamente. Tutte sono eseguite molto bene, ma meritano una citazione la stupenda Diary of a madman di Ozzy, (Metallica, guardate come si fa), Dream on degli Aerosmith cantata magnificamente e una Comfortably numb cantata alla grande da Mike Portnoy. Forse troppo alla grande per essere naturale? Non saprei.

Durante il live ci sará anche spazio per i vari guitar solo, bass solo e keyboard solo, probabilmente l'unica cosa che non ho apprezzato del live in quanto la trovo una cosa oltre che datatissima, inutile. Mi stanno bene, anzi apprezzo molto, le improvvisazioni full band, ma quelle con il singolo strumento oramai mi annoiano, a prescindere dalla qualitá.

Il concerto si chiude con quello che forse il singolo piú famoso della band, Coming home, che vede una grande interazione fra la band ed il pubblico. Un live ineccepibile dal punto di vista tecnico, vario, divertente e con un gran suono. Se vi piace la band potete farlo vostro senza pensarci. C'é anche la versione video che forse renderá ancora meglio l'idea.


TRACKLIST:
CD 1:
01. God Of The Sun
02. Signs Of The Time
03. Divine Addiction
04. That Metal Show Theme
05. Just Let Me Breathe
06. Billy Sheehan Bass Solo
07. Lost In Oblivion
08. Jeff Scott Soto Solo Spot (The Prophet's Song / Save Me)
09. Alive
10. The Pink Panther Theme
11. Opus Maximus

CD 2:
01. Kashmir
02. Gates Of Babylon
03. Labyrinth
04. Dream On
05. Diary Of A Madman
06. Comfortably Numb
07. The Show Must Go On
08. Hell's Kitchen
09. Derek Sherinian Keyboard Solo
10. Lines In The Sand

CD 3:
01. Bumblefoot Guitar Spot
02. And The Cradle Will Rock
03. Coming Home
Giovanni Gagliano

Passionate about music I wrote my first article for "Given To Rock" in 2012, reaching now 30K global followers. I am also a musician, gigging around London.

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