Live report: The Sunflower Jam live at Royal Halbert Hall, 2012

(Dal sito Royal Halbert Hall)
Minchia che jam, avrebbe detto Giorgio Faletti! Ma andiamo per gradi:

Entrato nella modesta location (vedere foto sopra) Royal Albert Hall, ho subito una bella notizia: la maschera del teatro mi dice che posso avere un upgrade del mio posto.
Io dico: "ok, ma quanto costa?" "E' gratis", mi dice lei.
Ci metto 10 minuti per trovare il mio nuovo posto deluxe, a lato del palco,quasi allo stesso livello. Wow! Il biglietto costava il triplo di quello che ho pagato io...

Non mi è mai capitata una location del genere: un teatro figo con al centro decine di tavoli con tanto di champagne. Sembrava quasi di stare al ristorante. Però al posto del Pippo Caruso o Tony Santangelo di turno (nomi fittizzi), c'erano Bruce Dickinson, Alice Cooper, Brian May e compagnia bella.

(Dal sito Royal Albert Hall)
Breve discorso di apertura di Jeremy Irons (si, l'attore), che in realtà avrebbe potuto vestirsi un pochino meglio, dato che era in una sorta di vestaglione di flanella casalinga (sembrava l'avessero appena svegliato). Rimarrà per tutto il concerto in questa tenuta a bazzicare tra i tavoli come se fosse casa sua.
Lo show parte con un balletto stile burlesque con una decina di ragazze seminude che ballano sulle note di Whole lotta love dei Led Zeppelin. Aspetta, ma non è che ho sbagliato teatro, vero? In ogni caso il balletto ha chiaramente catturato la mia attenzione, e non certo per Whole lotta love.
Si comincia con la musica vera e si alternano artisti vari ed eventuali (che francamente sconoscevo) che eseguono pezzi propri e cover più o meno riuscite di Substitute (The Who) e di una straziante November rain (straziante nel senso che faceva cagare).

Entra il primo pezzo grosso della serata: Uli John Roth. E qui si comincia con la buona musica! Esegue con la band uno strumentale degli Scorpions che comincia a scaldare i cuori dei presenti. Lo raggiunge Alfie Boe, una sorta di Bocelli 2.0 inglese, che oltre a sfoggiare un timbro tenorile pazzesco si dimostra estremamente versatile cantando alla perfezione Rock n' roll dei Led Zeppelin. Bravissimo, Bruce Dickinson appena entrato sul palco dirà: two words, Alfie Boe. Ma andiamo avanti.
E' la volta di Brian May e di Kerry coscialunga Ellis che purtroppo per noi non eseguono pezzi dei Queen, ma due pezzi "inediti" (a me), chitarra acustica e voce.
Lo spacco del vestito della cantante ha mitigato l'amarezza.


Dei momenti toccanti: una lettera allo scomparso John Lord seguita da una canzone scritta da lui, mentre gli schermi mostravano delle clip della sua vita e della carriera.
Il coro di malati di cancro Big C esegue successivamente It's my life. Tutti erano in piedi ad applaudire ma l'esibizione mi ha abbastanza turbato.
Fa il suo ingresso Mark King dei Level 42. Ve li ricordate? Beh, li conosco solo molto superficialmente e non potevo certo aspettarmi che il bassista/cantante fosse un virtuoso delle 4 corde. Comincia a slappare su un basso rosso fuoco pieno di lucine fiammengiati (stile Steve Vai) ed esegue con Uli John Roth un paio di cover di Hendrix e dei pezzi propri. Grande esibizione.

Ma spazio al più atteso (da me): Bruce Dickinson, che cambia completamente lo show, trasformandolo in un parco divertimenti. Comincia a cantare alla sua maniera e a fare intrattenimendo, facendo cantare il pubblico, parlando e a decidere chi deve fare l'assolo e quando. Tra le cover spicca una bellissima Behind Blue Eyes, dove però va fuori tempo per tutta la prima strofa e il batterista è letteralmente impazzito cercando di dare un tempo alla canzone, ma Bruce era in un altro mondo e cantava assorto...


Brian May e la Ellis gli danno il cambio ed eseguono una cantatissima Since you've been gone, e la gente comincia a fregarsene del proprio tavolo e del proprio champagne cantando a squarciagola in piedi.
Ian Paice e John paul Jones nel frattempo prendono posto alla batteria e al basso e Bruce ritorna per cantare Black night dei Deep purple (Vedi video sotto)
Ian Paice, ad essere sinceri, comincia con la spavalderia di un quindicenne alla sua prima esibizione scolastica. Ma è questo Ian Paice? Fortunatamente no, si riprenderà col passare dei minuti. Brian e Bruce se la ridono tutto il tempo perchè la canzone evidentemente non ha uno schema e nessuno sà esattamente cosa fare, soprattutto Brian che continua a suonare mentre tutti gli altri hanno finito. E' bello così.

(Dal Twitter di Alfie Boe)
Alice Cooper! Sarà pure brutto come la fame, ma ci sa fare eccome, mi ha divertito un sacco: I wanna be elected e School's out rompono ancora di più gli equilibri e se qualcuno era ancora al proprio posto, da questo momento non lo sarà più: tutti vicini al palco e qualcuno addirittura sopra le spalle dell'altro. Alla fine dell'esibizione lancerà il suo fido bastone in mezzo al pubblico che lotterà per accaparrarselo.
E' tutto pronto per la conclusiva Smoke on the Water, tutti i musicisti sul palco!
In realtà non si capisce nulla, ci sono 2 bassi, 2 batterie, 2 tastiere e chissà quante chitarre. Dickinson a capitanare il tutto, John Paul Jones al campanaccio e Alfie Boe ad abbracciare tutti perchè era contento. Dopo i vari soli di batteria di Ian Paice (su richiesta di Bruce) e di chitarra di Roth e di May, e dopo 100 ritornelli, la canzone e tutta la superjam si chiude, ma il ricordo di una bellissima serata mi rimarrà per sempre impressa nella memoria.

Giovanni Gagliano

Passionate about music I wrote my first article for "Given To Rock" in 2012, reaching now 30K global followers. I am also a musician, gigging around London.

Previous Post Next Post