La discografia (semiseria): Dream Theater


Pochi gruppi al mondo dividono come i Dream Theater: i commenti diretti alla band vanno da "ma che è sta porcheria?" a "sono il gruppo migliore mai esistito sulla faccia della terra", sempre con pochissime vie di mezzo. 

Ma il mondo è bello perchè è vario, no? No? Ok, no. Ecco cosa ne penso della loro discografia.

Cominciamo:


When dream and day unite (1989)
Il debut. Oh, questi ragazzi ci sanno davvero fare con gli strumenti, peccato che la voce di Dominici non sia esattamente il massimo e la registrazione della sua già non bellissima voce sia un porcheria totale, sembra che canti dalle fogne. Non credo di essere mai riuscito ad ascoltarlo tutto per intero perchè proprio non lo reggo. Gli do una chance ogni anno, l'ho fatto anche oggi, per tutto l'anno sono a posto. 
Voto 49/100 (so' ragazzi)
Top track: Ytse jam (l'unica strumentale, infatti)


Images and words (1992)
Dominici viene fatto accomodare gentilmente fuori dai rottweiler di Portnoy e Petrucci e viene fatto entrare LaBrie. Quello che che ne viene fuori è un disco della madonna, con tutti pezzi di livello assoluto e con un cantante (e una produzione) finalmente all'altezza, anche se anche 'sto povero cristo verrà criticato da molti. Petrucci viene portato in trionfo come nuovo messia e I DT passano da perfetti sconosciuti a star mondiali con un solo disco. E che disco. 
Voto 100/100
Top tracks: tutte 



Awake (1994)
"Ecco, lo sapevo, 'sto disco è una delusione totale, questi hanno fatto un solo disco buono e ora scompariranno", questa la reazione media degli ascoltatori dopo il successone di Images & words. In realtà Awake ha solo un predecessore molto pesante, ma preso singolarmente è un signor disco ed è tutt'ora uno dei punti piu' alti della loro carriera. LaBrie canta incazzato come non mai perchè gli hanno rimproverato di essere troppo effeminato. Io lo preferisco tale, gusti sessuali a parte. 
Voto 84/100
Top tracks: Erotomania, Voices, The mirror



Falling into infinity (1997)
La casa discografica vede i DT come un pollo da spremere (i polli si spremono? Ah, no, si dice si spennano) e gli commissiona un lavoro più leggero e radiofonico. La band è confusa e non sa che pesci prendere, il risultato è un lavoro ibrido, tante buone canzoni, tanti suoni più morbidi e tanta confusione. Kevin Moore ha salutato la band ed al suo posto è entrato il timido e poco appariscente Derek Sherinian, che si sarà presentato alla band con un vestaglione viola fosforescente ed un collanone di oro stile rapper. 
Voto 69/100
Top tracks: Peruvian Skies, Hollow Years, Lines in the sand
Skip track: Burning my soul


Scenes from a memory (1999)
La band manda al diavolo la casa discografica e decide di cacciare il timidino Derek per Jordan Rudess. Il risultato è un concept album perfetto in ogni secondo e sotto tutti i punti di vista, una volta che premi play sei fottuto, devi ascoltarlo tutto per forza. Ne possiedo una copia rara con uno "scratch" a 0.36 della quinta canzone. Si, lo so, ecchissenefrega. Il disco più bello di sempre. Non riesco a capire come la mia copia "suoni" ancora, l'ho ascoltata ininterrottamente per un paio d'anni. Voto 100 e lode/100
Top tracks: allora non mi sono spiegato


Six degrees of inner turbulence (2002)
Stessa storia di Awake? Sí, solo che stavolta il disco è una delusione per davvero. Un doppio cd, il primo con 5 polpettoni pazzeschi (anzi 4, Disappear mi piace, anche se un po' polpettone lo è lo stesso), il secondo con un buon mini concept. Se ci avessero risparmiato il primo cd sarebbe stato meglio per tutti, purtroppo non l'hanno fatto. Eppure partiva benissimo, al primo superriffone di Petrucci ho temuto di avere tra le mani un altro album da ascoltare ininterrottamente per anni.
Voto 60/100
Top tracks: il secondo cd
Skip tracks: il primo cd


Train of thought (2003)
Album un po' più cupo e meno vario rispetto ai precedenti. La band ha preso la brutta abitudine di scrivere solo pezzi stralunghi senza avere le idee di inizio carriera e Portnoy comincia a fare il megalomane, ahi ahi ahi. Ció nonostante era l'album perfetto per i miei pomeriggi su Burnout (il videogame). Lo ricordo abbastanza positivamente per questo, non è un motivo abbastanza valido?  
Voto 67/100
Top tracks: As I am, Endless Sacrifice
Skip track: In the name of god



Octavarium (2005)
Portnoy si impossessa della band costringendo gli altri a pubblicare canzoni che parlino di lui, plagiando canzoni dei gruppi a lui graditi (chi ha detto Muse?) e cantando sempre di più. I walk beside you sembra un pezzo preso dalla discografia degli U2. Disco mediocre, a parte la title track, che è un semi-capolavoro e che per fortuna dura più di 20 minuti. Ascoltatela, è un esperimento interessante, è tutta in crescendo, non tornerà mai indietro. 
Voto 65/100
Top track: Octavarium, The answer lies within
Skip tracks: These walls, Never enough



Systematic Chaos (2007)
Ecco un altro disco della serie: i dischi che piacciono solo a me. Portnoy di nuovo superprotagonista (pure troppo) e Petrucci in versione Horror. Non chiedetemi perchè, ma il tutto funziona. Nessuna idea che passerà alla storia, sia chiaro, ma (quasi) tutto è al posto giusto al momento giusto. Bellissimo il documentario-dvd allegato al cd. Forsaaaaaaakeeeeeeeeeen  
Voto 75/100
Top tracks: Forsaken, The dark eternal night, Repentance



Black clouds & silver linings (2009)
Stavolta non ci siamo proprio. La band sembra ostaggio di Portnoy e sembra aver perso l'ispirazione, a parte la bellissima The count of Tuscany (che brivido ascoltarla dal vivo). La Brie sembra canti col pilota automatico e da l'impressione di aver imparato le vocals 10 minuti prima di essere andato a registrarle. O forse le ha registrate improvvisando, non saprei. Per fortuna acquistai la versione speciale con il secondo cd di cover che è nettamente più bello del disco in se, ci sono cover dei Queen e degli Iron maiden, bello! 
Voto 50/100
Top tracks: The count of Tuscany e il cd di cover
Skip tracks: bah



A dramatic turn of events (2011)
Portnoy: "Ragazzi, perchè non ci prendiamo una pausa per ritrovare l'ispirazione?" Petrucci: "Sei fuori dalla band".
Disco storico in quanto il primo senza il suo membro principale e con Mike Mangini al suo posto (il dvd delle audizioni per il nuovo batterista tipo "Amici" è incluso nell'edizione speciale). Il disco è ok, ma è stato furbescamente "copiato" da Images & words: tutte le strutture (a parte Beneath the surface), appartengono a quel magnifico disco. Senza l'ispirazione di allora e con un Labrie lontano parente di quello di vent'anni prima. Mangini se la cava bene, tutto sommato. La copertina fa schifo. 
Voto 67/100
Top tracks: Lost not forgotten (Under a glass moon), Breaking all illusions (Learning to live), Beneath the surface



Dream Theater (2013)
Il primo vero disco senza Portnoy e con Mangini a pieno regime.
Le strutture, quanto le adoro! In questo disco ci sono: intro, la strumentale e la suite finale, esattamente come piace a me. Non ci saranno capolavori all'interno, ma nell'insieme questo Dream theater é godibile, estremamente godibile, tanto che lo ascolto molto, molto spesso. Forse pure troppo.  
Voto 71/100
Top tracks: Enigma machine, The bigger picture, Illumination Theory



The astonishing (2016)
"Il magnifico" lo chiamano i Dream Theater.
In realtá "magnifici" sono stati gli sbadigli che ho fatto ascoltando questa opera nella sua interezza e nella magnificenza delle 34 tracce srotolate in 2 ore e 10 di durata complessiva. La Brie interpreta 124 personaggi, Petrucci per lunghi tratti se ne sta al baretto sotto lo studio di registrazione e Rudess suona 2 ore di piano. Ci sono anche ottimi momenti e belle canzoni, ma piuttosto che riascoltarlo tutto per intero preferisco andare a scopare il mare. 
Voto 50/100 (per lo sforzo)
Top tracks: la numero 57 e la numero 324, credo.






Distance over time (2019)
La band ritorna su binari piú consoni e lascia stare il divano, le tisane e gli sbadigli dell'album precedente, Petrucci suona da dio e Mangini sembra finalmente parte della band. Tutto bello, persino la produzione, se non fosse che l'ispirazione di LaBrie é al minimo storico e le linee vocali dell'album sono di un banalitá quasi illegale. Per i pignoli: ho abbassato il voto rispetto alla recensione perché sta cosa mi fa talmente incazzare che mi sa che comincio ad appoggiare chi reclama un altro cantante.
Voto 62/100
Top tracks: Fall into the Light, At Wit's End, Pale Blue Dot



Vi lascio con l'audizione che i Dream Theater fecero per sostituire Portnoy.
Non c'entra una mazza, ma ve la lascio lo stesso perché é divertente da vedere.

Giovanni Gagliano

Passionate about music I wrote my first article for "Given To Rock" in 2012, reaching now 30K global followers. I am also a musician, gigging around London.

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