Diciamolo, Tobias Sammet é una garanzia.
Non che tutti i suoi "prodotti" siano eccelsi, affatto, peró diciamo che difficilmente si rimane completamente delusi dai suoi dischi, essendo in grado di affermare: "questo disco fa cagare". Questo
The mystery of time, infatti, non solo non fa cagare, é pure un gran bel disco, probabilmente il miglior
Avantasia dopo i primi due, inarrivabili, capitoli.A proposito, se volete la mia breve opinione su tutti gli album Avantasia
cliccate qui senza timore. Se avete timore non fa nulla.
Il difetto che posso trovare a questo
The mystery of time é quello della prevedibilitá: le idee del buon Tobias oramai sono quelle e non possiamo aspettarci grosse soprese dal suo sound, a parte il salto dal power metal all'hard rock "sinfonico" di diversi anni fa, avvenuto sia con gli
Edguy che con gli
Avantasia.
A parte quel grosso cambiamento, ormai metabolizzato, il sound scorre abbastanza liscio senza troppi sconvolgimenti, ma sempre con buona ispirazione, nonostante la pesantissima assenza di
Jorn Lande tra le file degli ospiti. Alcune canzoni sono un po' troppo "stereotipate" come l'opener
Spectres (che peró gode di una notevole introduzione, vera, orchestrale) e
Saviour in the clockwork, buonissimo pezzo, ma dove moltissimi passaggi sono riconducibili ad altri spezzoni presi qui e li dalla folta discografia di Tobias.
Veniamo ai punti forti del disco, che in realtá sono parecchi: chi ha detto Kiske? Nessuno? Lo dico io. In questo disco é a livelli incredibili e ogni volta che apre bocca mi metto ad applaudire lo stereo (o i miei auricolari). Ascoltare per credere le veloci e pompate
Where clock hand freeze e
Dweller in a dream (ma che nota prende al minuto 2.20?!). Giú il cappello.
Immenso Kiske a parte, altri pezzi decisamente ispirati sono
The watchmaker's dream con un notevole
Joe Lynn Turner e un grandissimo
Biff Byford protagonista
in
Black orchid, che ha sí la stessa struttura di molte altre canzoni di Tobias ma é arricchita di altri piccoli e nuovi particolari. Uno dei pezzi piú riusciti del disco, secondo me.
Veniamo allo scomodissimo singolo
Sleepwalking: all'inizio abbastanza spiazzante per la sua, diciamo, musicalitá pop a lá
Lost in space (ho letto un divertentissimo commento che affermava che sarebbe perfetta per una pubblicitá di cioccolattini). Sapete che vi dico? E' vero che é perfetta per una pubblicitá di cioccolattini, ma non solo mi piace, ma mi piace pure parecchio. Trovo la prova vocale di
Cloudy Yang assolutamente perfetta. Non mi giudicate, per questo.
A completare il disco la veloce e potente
Invoke the machine con
Ronnie Atkins al microfono,
What's left on me con un
Eric Martin che prende cosí tanto le redini della canzone che sembra quasi di ascoltare un bel lentone dei
Mr big, e la conclusiva, poco decifrabile,
The great mystery: un lungo mix tra ballad, orchestrazioni, accelerazioni e quant'altro con
Bob Catley sugli scudi.
Concludo menzionando anche l'ottimo packaging dell'edizione speciale: cartonato, con un folto booklet e con 2 bonus tracks: The cross of you e Death is just a feeling (cantata dal solo Tobias)
Dopo i parziali flop dei due precedenti
Avantasia, pieni zeppi di riempitivi, Tobias ha fatto centro, con un disco che mantiene un buon livello per tutta la sua durata. Giú il cappello anche per lui, ormai punto di riferimento per il rock/metal moderno.
Voto 75/100
Top tracks: Black orchid, Sleepwalking, Dweller in a dream
Tracklist:
Spectres
The Watchmaker’s Dream
Black Orchid
Where Clock Hands Freeze
Sleepwalking
Savior In The Clockwork
Invoke The Machine
What’s Left Of Me
Dweller In A Dream
The Great Mystery