Dopo il concerto dei muse della settimana scorsa rieccomi all'Emirates stadium, per la serie: quando in un posto non ci vai mai, quando ci vai 2 volte nell'arco di una settimana.
Il tempo é ancora una volta superclemente, la security é gentile con me e io mi piazzo a sinistra rispetto al palco.
Cominciano i Kaiser chiefs, che onestamente conosco poco o nulla: venendo dal concerto dei Muse, dove mancava poco che atterrassero gli alieni, l'impatto é stato impetuoso: la band si presenta on stage con uno sfondo tipo lenzuola delle nonna al quale mancava solo la firma "scuola elementare Aldo Moro, 5a B". La band non mi dispiace affatto, suona abbastanza grintosa e si fa valere con il pubblico, che ricambia.
La cosa che salta piú all'occhio é la mania di protagonismo del cantante, un incrocio tra Jovanotti, Jim Morrison e un altro a caso (sceglietelo voi) che fa casino sul palco: manomette e imbraccia la telecamera del povero cameramen, canta sdraiato, scende tra il pubblico, nella famosa I predict a Riot si arrampica sull''impalcatura (un tizio ben vestito bene gli urlava qualcosa del tipo "sceeendi di laaa" tipo nonno con nipote) e si improvvisa centometrista correndo da una parte all'altra del palco, pretendendo svariate volte che il pubblico lo accompagni con una "ola" da stadio.
E' il cantante del gruppo di supporto, se dovesse diventare headliner, secondo me si farebbe lanciare con una catapulta.
Comunque, la band mi é piaciuta e ha scaldato la folla a dovere.
I Green day: un coniglio (o meglio, un uomo vestito da coniglio) ci annuncia che la band sta per salire sul palco ed é il delirio. Il concerto comincia con 99 Revolutions e le prime file cominciano ad andare fuori di testa, nonostante la canzone sia di una monotonia spaventosa. Da quel momento in poi saranno 2 ore e mezza piene di pogo e di tutto quello che vi potete immaginare da un concerto punk rock.
Proprio il pubblico, a mio avviso, é stato la cosa piú bella del concerto: nonostante i circa 30000, noiosissimi, "Oh oooooohh" lanciati da Billie Joe durante tutto il concerto, il pubblico ha sempre risposto a piena voce. Io dopo le prime 4-5 canzoni mi sono rotto i maroni, in veritá.
Durante la successiva Do you know your enemy, Billie nota tra il pubblico un tipo vestito con una tuta tipo Diabolik, peró con i colori della bandiera inglese: lo fa salire sul palco e lo fa cantare, dopodiché lo invita a fare stage diving tra il pubblico, che lo accoglie a braccia aperte. Un'altra cosa che mi é piaciuta molto del concerto é proprio questa sorta di interazione col pubblico e la spontanietá di questi avvenimenti, ne vedremo altri dopo.
Mike Dirnt é sempre il solito, con un suono di basso abbastanza grezzo che lo ha sempre contraddistinto, e Tre cool pare parecchio imbolsito, ma si scioglierá con il passare del tempo, sia musicalmente che come atteggiamento. La band é accompagnata da un corista/chitarrista e da un factotum che suonerá un po' quello che la canzone richiede.
Il suono generale non é proprio il massimo, ma forse era solo la mia posizione, non saprei. Andando avanti con la scaletta, dopo un po' di pezzi nuovi, ritorniamo indietro ai grandi brani di American Idiot, che sono decisamente una spanna sopra i nuovi e, anche se sono suonati a praticamente il doppio della velocitá (vedi Holiday), fanno cantare tutti. Billie Joe stavolta pesca un bambino di circa 10-12 anni tra il pubblico, lo fa salire sul palco per far mostrare a tutti il suo "cartellone" che non é altro che un tenerissimo "Green day Rocks", scritto con i colori a spirito in un foglio di quadernone. Il bambino rimarrá impassibile, a mo di statua a centro palco, con le braccia in altro a mostrare il suo foglio per un paio di minuti, mentre la band suona Boulevard on broken dreams. Alla fine lo hanno quasi dovuto trascinare fuori, si era quasi pietrificato.
Dopo una magnifica Stray heart, la scaletta ci porta indietro nel tempo, Billie Joe imbraccia la sua fedele chitarra bianca degli esordi (quella con gli adesivi) e va in atto la parte migliore dello show, con un sacco di pezzi presi da Dookie, e per me é come ritornare ragazzino: Burnout, Sassafras roots, Welcome to paradise e Longview, inframezzate da una ottima Hitchin' a ride.
Durante Longview sale sul palco un ragazzo che viene invitato al microfono e fa un figurone, perlomeno a livello di impatto scenico. Il video a termine recensione.
Dopo Knowledge con il sax (sÃ, il sax) in bella mostra, altra breve carrellata da paura: St Jimmy, When I come around, Basket case e She. Billie Joe invita una ragazza in abbigliamento sobrio punk anni 70 e, dopo i convenevoli, le fa imbracciare la chitarra, le dice che la canzone é composta da 3 accordi, le dice quali sono, e la ragazza suona al posto suo. Anche lei fa la sua bella figura e, dopo aver riconsegnato la chitarra, stampa un bacio in bocca a Billie.
Comincia l'ultima parte dello show e il delirio: la band si ripresenta sul palco con travestimenti vari e lo show va fuori di testa. Si comincia con la sobria King for a day dove Billie Joe annaffia le prime file con una pompa, poi prende un enorme spara-cartaigienica per permettere a tutti di asciugarsi e infine regala qualche maglietta ai fans. Come? Con uno sparamagliette, che domande: una specie di minicannone che (appunto) spara magliette appallottolate ad una potenza pazzesca, riuscendo a coprire quasi ogni zona dello stadio. Per un paio di metri non ne ho beccata una, peccato.
Segue un medley musicalmente molto discutibile ma estremamente divertente. Entra in scena anche il coniglio a far casino e si buttano tutti per terra, suonando piano e canticchiando (tra le altre) Satisfaction e Shout. 10 minuti di delirio musicale e scenico, con Tre cool che andrá anche anche a cantare (facendo il deficiente) e Billie Joe che lo sostituirá alla batteria.
Riporta tutto alla normalitá una evitabilissima X-kid, ma giá nella successiva Minority, l'ambiente si scalda nuovamente con il pubblico, incitato a cantare dalla scenografia, che non si fa certo pregare per farlo.
La band si ritira per un minutino e al rientro parte con una potentissima e cantatissima American Idiot seguita dalla mia preferita Jesus of suburbia, che é sempre un piacere da sentire: Un Tre cool maestoso, canzone che ascolterei anche con la sola traccia di batteria... il gusto non si insegna da nessuna parte.
Chiude il concerto, dopo circa 2 ore e mezza di tiratissimo show, una tranquillissima Brutal love, con "accendini" di nuova generazione (smartphone) a fare la suggestiva coreografia.
Se passano dalle vostre parti, andateli a guardare, 2 ore e mezza di divertimento assicurato.
Top songs: Hitchin' a ride, Longview, Jesus of Suburbia.
Setlist:
1) 99 Revolutions
2) Know Your Enemy
3) Stay the Night
4) Stop When the Red Lights Flash
5) Letterbomb
6) Oh Love
7) Holiday
8) Boulevard of Broken Dreams
9) Stray Heart
10) Nice Guys Finish Last
11) Waiting
12) Missing You
13) Burnout
14) Sassafras Roots
15) Hitchin' a Ride
16) Welcome to Paradise
17 Longview
18) Going to Pasalacqua
19) Knowledge
20) St. Jimmy
21) When I Come Around
22) Basket Case
23) She
24) King for a Day
25) Shout / (I Can't Get No) Satisfaction / Always Look on the Bright Side of Life
26) X-Kid
27) Minority
28) American Idiot
29) Jesus of Suburbia
30) Brutal Love
Il tempo é ancora una volta superclemente, la security é gentile con me e io mi piazzo a sinistra rispetto al palco.
Cominciano i Kaiser chiefs, che onestamente conosco poco o nulla: venendo dal concerto dei Muse, dove mancava poco che atterrassero gli alieni, l'impatto é stato impetuoso: la band si presenta on stage con uno sfondo tipo lenzuola delle nonna al quale mancava solo la firma "scuola elementare Aldo Moro, 5a B". La band non mi dispiace affatto, suona abbastanza grintosa e si fa valere con il pubblico, che ricambia.
La cosa che salta piú all'occhio é la mania di protagonismo del cantante, un incrocio tra Jovanotti, Jim Morrison e un altro a caso (sceglietelo voi) che fa casino sul palco: manomette e imbraccia la telecamera del povero cameramen, canta sdraiato, scende tra il pubblico, nella famosa I predict a Riot si arrampica sull''impalcatura (un tizio ben vestito bene gli urlava qualcosa del tipo "sceeendi di laaa" tipo nonno con nipote) e si improvvisa centometrista correndo da una parte all'altra del palco, pretendendo svariate volte che il pubblico lo accompagni con una "ola" da stadio.
E' il cantante del gruppo di supporto, se dovesse diventare headliner, secondo me si farebbe lanciare con una catapulta.
Comunque, la band mi é piaciuta e ha scaldato la folla a dovere.
I Green day: un coniglio (o meglio, un uomo vestito da coniglio) ci annuncia che la band sta per salire sul palco ed é il delirio. Il concerto comincia con 99 Revolutions e le prime file cominciano ad andare fuori di testa, nonostante la canzone sia di una monotonia spaventosa. Da quel momento in poi saranno 2 ore e mezza piene di pogo e di tutto quello che vi potete immaginare da un concerto punk rock.
Proprio il pubblico, a mio avviso, é stato la cosa piú bella del concerto: nonostante i circa 30000, noiosissimi, "Oh oooooohh" lanciati da Billie Joe durante tutto il concerto, il pubblico ha sempre risposto a piena voce. Io dopo le prime 4-5 canzoni mi sono rotto i maroni, in veritá.
Durante la successiva Do you know your enemy, Billie nota tra il pubblico un tipo vestito con una tuta tipo Diabolik, peró con i colori della bandiera inglese: lo fa salire sul palco e lo fa cantare, dopodiché lo invita a fare stage diving tra il pubblico, che lo accoglie a braccia aperte. Un'altra cosa che mi é piaciuta molto del concerto é proprio questa sorta di interazione col pubblico e la spontanietá di questi avvenimenti, ne vedremo altri dopo.
Mike Dirnt é sempre il solito, con un suono di basso abbastanza grezzo che lo ha sempre contraddistinto, e Tre cool pare parecchio imbolsito, ma si scioglierá con il passare del tempo, sia musicalmente che come atteggiamento. La band é accompagnata da un corista/chitarrista e da un factotum che suonerá un po' quello che la canzone richiede.
Il suono generale non é proprio il massimo, ma forse era solo la mia posizione, non saprei. Andando avanti con la scaletta, dopo un po' di pezzi nuovi, ritorniamo indietro ai grandi brani di American Idiot, che sono decisamente una spanna sopra i nuovi e, anche se sono suonati a praticamente il doppio della velocitá (vedi Holiday), fanno cantare tutti. Billie Joe stavolta pesca un bambino di circa 10-12 anni tra il pubblico, lo fa salire sul palco per far mostrare a tutti il suo "cartellone" che non é altro che un tenerissimo "Green day Rocks", scritto con i colori a spirito in un foglio di quadernone. Il bambino rimarrá impassibile, a mo di statua a centro palco, con le braccia in altro a mostrare il suo foglio per un paio di minuti, mentre la band suona Boulevard on broken dreams. Alla fine lo hanno quasi dovuto trascinare fuori, si era quasi pietrificato.
Dopo una magnifica Stray heart, la scaletta ci porta indietro nel tempo, Billie Joe imbraccia la sua fedele chitarra bianca degli esordi (quella con gli adesivi) e va in atto la parte migliore dello show, con un sacco di pezzi presi da Dookie, e per me é come ritornare ragazzino: Burnout, Sassafras roots, Welcome to paradise e Longview, inframezzate da una ottima Hitchin' a ride.
Durante Longview sale sul palco un ragazzo che viene invitato al microfono e fa un figurone, perlomeno a livello di impatto scenico. Il video a termine recensione.
Dopo Knowledge con il sax (sÃ, il sax) in bella mostra, altra breve carrellata da paura: St Jimmy, When I come around, Basket case e She. Billie Joe invita una ragazza in abbigliamento sobrio punk anni 70 e, dopo i convenevoli, le fa imbracciare la chitarra, le dice che la canzone é composta da 3 accordi, le dice quali sono, e la ragazza suona al posto suo. Anche lei fa la sua bella figura e, dopo aver riconsegnato la chitarra, stampa un bacio in bocca a Billie.
Comincia l'ultima parte dello show e il delirio: la band si ripresenta sul palco con travestimenti vari e lo show va fuori di testa. Si comincia con la sobria King for a day dove Billie Joe annaffia le prime file con una pompa, poi prende un enorme spara-cartaigienica per permettere a tutti di asciugarsi e infine regala qualche maglietta ai fans. Come? Con uno sparamagliette, che domande: una specie di minicannone che (appunto) spara magliette appallottolate ad una potenza pazzesca, riuscendo a coprire quasi ogni zona dello stadio. Per un paio di metri non ne ho beccata una, peccato.
Segue un medley musicalmente molto discutibile ma estremamente divertente. Entra in scena anche il coniglio a far casino e si buttano tutti per terra, suonando piano e canticchiando (tra le altre) Satisfaction e Shout. 10 minuti di delirio musicale e scenico, con Tre cool che andrá anche anche a cantare (facendo il deficiente) e Billie Joe che lo sostituirá alla batteria.
Riporta tutto alla normalitá una evitabilissima X-kid, ma giá nella successiva Minority, l'ambiente si scalda nuovamente con il pubblico, incitato a cantare dalla scenografia, che non si fa certo pregare per farlo.
La band si ritira per un minutino e al rientro parte con una potentissima e cantatissima American Idiot seguita dalla mia preferita Jesus of suburbia, che é sempre un piacere da sentire: Un Tre cool maestoso, canzone che ascolterei anche con la sola traccia di batteria... il gusto non si insegna da nessuna parte.
Chiude il concerto, dopo circa 2 ore e mezza di tiratissimo show, una tranquillissima Brutal love, con "accendini" di nuova generazione (smartphone) a fare la suggestiva coreografia.
In conclusione, aspettative super ripagate, dal concerto dei Green day mi aspettavo tanto divertimento e cosà é stato: Billie Joe tiene benissimo il palco, corre da una parte all'altra per intrattenere il pubblico e si carica lo show sulle spalle, impresa non facilissima: diciamoci la veritá, i Green day non hanno un repertorio da stadio come possono averlo i Bon Jovi e non godono di scenari pazzeschi á la Muse, ma riescono nel loro intento con tanta simpatia e con un'ottima interazione col pubblico. Scaletta ottima che accontenta davvero tutti: pezzi dai primissimi album, tantissimi dagli amati Dookie e American idiot, pezzi dall'ultima (discutibile) trilogia e altri pezzi presi in maniera random dalla discografia.
Se passano dalle vostre parti, andateli a guardare, 2 ore e mezza di divertimento assicurato.
Top songs: Hitchin' a ride, Longview, Jesus of Suburbia.
Setlist:
1) 99 Revolutions
2) Know Your Enemy
3) Stay the Night
4) Stop When the Red Lights Flash
5) Letterbomb
6) Oh Love
7) Holiday
8) Boulevard of Broken Dreams
9) Stray Heart
10) Nice Guys Finish Last
11) Waiting
12) Missing You
13) Burnout
14) Sassafras Roots
15) Hitchin' a Ride
16) Welcome to Paradise
17 Longview
18) Going to Pasalacqua
19) Knowledge
20) St. Jimmy
21) When I Come Around
22) Basket Case
23) She
24) King for a Day
25) Shout / (I Can't Get No) Satisfaction / Always Look on the Bright Side of Life
26) X-Kid
27) Minority
28) American Idiot
29) Jesus of Suburbia
30) Brutal Love
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