Recensione: Annihilator - Set the world on fire (1993)


Per la serie "i dischi semisconosciuti da possedere a tutti i costi". Semisconosciuti si fa per dire, qualsiasi metallaro che si rispetti conosce gli Annihilator, almeno di nome o di fama.

Jeff Waters, il mastermind padre padrone della band (una specie di Mustaine, per intenderci), reduce da due ottimi episodi classic thrash (esiste il genere classic Thrash???) come Alice in Hell e Never, Neverland, cambia formula, usa l'ammorbidente e assume un altro cantante, tale Aaron Randall. Completa il tutto, l'allora sconosciuto Mike Mangini, oggi superstar con i Dream theater. Ah, breve citazione anche per la copertina che non ho mai capito cosa voglia rappresentare. Ma vabbé...



Il thrash di Set the worlds on fire é estremamente ovattato, i suoni sono piú morbidi e piú curati con un cantato molto piú melodico (ma non neomelodico, tranquilli) rispetto ai due dischi precedenti. La maggior parte dei fan degli Annihilator detesta o non apprezza particolarmente questo disco, io non sono esattamente un fan degli Annihilator ed é il mio disco preferito della band.Tié.
Album molto variegato, pieno di riff cattivi ma anche pieno di melodia, con testi e musica, a tratti, estremente schizzati.

Nel booklet del disco troverete una spiegazione traccia per traccia delle canzoni: si passa cosí a storie improbabili come quella di Knight jumps queen, dove un cavaliere invita una regina a giocare a scacchi e poi le salta addosso (if you know what I mean.. anticipation of the final scene..), quella di Brain dance, canzone prog metal ancora piú schizzata sia nella musica che nel testo (Randall canterá: "this song is very silly and it makes no sense at all because it's weird") o Snake in the grass, praticamente l'anti-canzone d'amore, ovvero: come mandare a cagare una ex (You're just a big disgrace, turn around, get out of my face, you've got no fucking class, reptile you're a snake in the grass.). Grandiosa, manco Mustaine (ancora lui) riuscirebbe ad essere cosí cattivo.
Altri episodi degni di nota, la magnifica ballad Phoenix rising, l'opener-title track e le nervosissime No zone e Don't bother me.

Album meravigliosamente suonato e cantato, semplice, breve, efficace, vario. Per quanto mi riguarda, un acquisto da fare ad occhi chiusi.

Voto 86/100
Top tracks: Brain dance, Snake in the grass, Phoenix rising.

Band:
Aaron Randall (voce)
Jeff Waters (chitarra solista)
Neil Goldberg (chitarra ritmica)
Wayne Darley (basso)
Mike Mangini (batteria) 

Tracklist:
1. Set the World on Fire
2. No Zone
3. Bats in the Belfry
4. Snake in the Grass
5. Phoenix Rising
6. Knight Jumps Queen
7. Sounds Good to Me
8. The Edge
9. Don't Bother Me
10. Brain Dance
Giovanni Gagliano

Passionate about music I wrote my first article for "Given To Rock" in 2012, reaching now 30K global followers. I am also a musician, gigging around London.

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