Stamattina ero fermo con la mia
macchina al semaforo. Osservavo un sessantino ben vestito e distinto
che dentro la sua BMW serie 5, mentre la moglie accanto gli parlava
probabilmente dell’anatra all’arancia di ieri sera, si scaccolava
selvaggiamente senza alcun pudore. La cosa mi turbò molto, trovai
raccapricciante quell’uomo e mi sono chiesto “…e poi dove le
metti le tue creaturine? Le spalmi sulla tappezzeria della tua auto?
Le dai a tua moglie dicendole di metterle nella borsetta? Oppure ne
fai una biglia, abbassi il finestrino e la lanci al primo ignaro
passante?”. Quel laborioso, insistente e noioso movimento
dell’indice della mano destra dentro la narice sinistra di quel,
diciamo così “signore”, mi fece ricordare un pezzo che John
Lennon partorì nel 1969. Era un periodaccio per i Fab Four,
contenziosi legali, scaramucce, insomma erano alla frutta. Ma pare
che questo pezzo attraesse i quattro, così ci lavorarono sopra per
ben sei mesi prima di sputarlo al grande pubblico includendolo in
“Abbey Road”.
Il pezzo innanzitutto è una tormentosa
e ossessiva espressione della dipendenza sessuale di John Lennon da
Yoko Ono (roba da matti, aggiungerei). Ma ciò che ai più non
piacque, tanto che Robbie Robertson in un’intervista dell’epoca a
“Rolling Stone” la bocciò come “una rumorosa merdaccia”,
rappresenta il secondo parto in stile heavy dopo il capolavoro
“Helter Skelter” (il primo pezzo di Rock Duro della storia della
musica, non so se mi spiego). Per l’occasione George Harrison
imprestò a Lennon il suo sintetizzatore Moog (attenzione si
pronuncia “Mog” come affermò il suo inventore Robert Arthur
Moog) acquistato in California alla fine del ’68, e trascorse
parecchie ore per la sovraincisione del riff di chitarra. Anche Paul
McCartney, il più incazzato dei tre in quel periodo, sembrava farci
l’amore con il suo basso. Solamente il primo giorno fecero ben
trentacinque registrazioni e scelsero i tre migliori segmenti su cui
iniziarono un lungo e tortuoso procedimento di mixaggio e
sovraincisione. Secondo me la parte più interessante di
I Want You
inizia da 4’35’’ e non chiedetemi perché..de gustibus!
Godetevi il brano, immaginando Yoko Ono e John Lennon che…mm no!
meglio di no. Ascoltatelo e basta, forse vi annoierà, o forse no.
Enjoy!
All’angolo tra Trafalgar Square e
Pall Mall East c’è qualcosa di buono.