Recensione: Mr.Big - Defying Gravity (2017)


A tre anni dall'ultimo buon The Stories We Could Tell (clicca per la recensione) i Mr. Big di Paul Gilbert, Eric Martin, Billy Sheehan e Pat Torpey (sostituito in larga parte da Matt Starr a causa, purtroppo, del morbo di Parkinson) ritornano con questo Defying gravity, peraltro già anticipato da innumerevoli singoli che abbiamo potuto ascoltare prima dell'uscita della release. Possiamo ammirare anche l'ennesima copertina brutta dei quattro americani. A questo punto penso lo facciano apposta.

Come ho detto durante il primo ascolto di Forever and back, l'unica cosa che non mi ha convinto del disco è la produzione: come se fosse stato lavorato solo parzialmente (roba tipo "ma non dovevi andare tu in studio la scorsa settimana? Io ti avevo detto che avevo i parenti in visita e non potevo") con alcuni suoni che suonano a tratti un po' troppo grezzi e cupi, perlomeno per il mio orecchio. Il disco è stato composto e registrato in pochissimo tempo, quindi magari si è chiuso tutto molto (troppo) in fretta, chissà...

Togliendo l'aspetto del suono (che per molti è importantissimo ma al quale io rispondo sempre roba tipo: "ma scusa, i primi album dei Metallica e dei Maiden non avevano suoni tremendi eppure li adori lo stesso?") il disco mi ha convinto fin dal primo ascolto: ben scritto, diretto, vario e suonato da musicisti immensi.

Si spinge in apertura con il trittico Open your eyes - title track (quanto sono belle le linee di chitarra) ed Everybody Needs A Little Trouble, intervallati dalla scanzonata e folk Damn I'm In Love Again. Si riprende a spingere con la tecnica Mean to me che verso la metà ha un incredibile botta e risposta Sheehan/Gilbert. A proposito di Gilbert, per me è l'assoluto protagonista del disco, con chitarre sempre di un gusto eccezionale sia nei soli che nelle ritmiche.

Ballate di maniera Nothing bad e Forever and back, mentre She's All Coming Back To Me Now ha un riff che mi ricorda Lithium dei Nirvana.

Nell'orecchiabilissima (ma anche molto tecnica) 1992, Eric Martin (che oggi somiglia sempre più ad Austin Powers) ci riporta un po' indietro nel tempo dicendo che era il numero 1 nel 1992 (dato il successo incredibile di To be with you gli crediamo eccome...) e che è passato dal dormire sul pavimento ad essere una sorta di divinità. Bel testo.

Chiudono il disco una canzone tipica Mr.Big come Nothing at all e la "datata" Be kind con una sezione ritmica e uno Sheenan di una classe immensa (ma che ve lo dico a fare...). Curiosità, quest'ultima traccia ha una "coda" che non c'entra nulla: è una sorta di improvvisazione in studio con la band che pesta parecchio per un minutino. Una maniera originale di chiudere un album che personalmente mi ha soddisfatto e che ho ascoltato tantissime volte non solo perchè mi sentivo in dovere di farci una recensione ma proprio per piacere personale.

I 4 americani staranno invecchiando e la voce di Eric Martin sarà anche lontana dall'essere quella dei giorni migliori, ma se i Mr.Big riescono ancora a sfornare album di questa caratura, lunga vita a loro. Però la prossima volta registratelo meglio, mi raccomando.

Bel disco, dategli una possibilità.

Voto 74/100
Top tracks: Open your eyes, Defying gravity, Mean to me

Tracklist
01. Open Your Eyes
02. Defying Gravity
03. Everybody Needs A Little Trouble
04. Damn I'm In Love Again
05. Mean To Me
06. Nothing Bad (Bout Feeling Good)
07. Forever and Back
08. She's All Coming Back To Me Now
09. 1992
10. Nothing At All
11. Be Kind


Giovanni Gagliano

Passionate about music I wrote my first article for "Given To Rock" in 2012, reaching now 30K global followers. I am also a musician, gigging around London.

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