I Revolution Saints sono una sorta di supergruppo AOR formato da Deen Castronovo (batteria e voce, che ha nel suo curriculum la militanza in millemila gruppi famosissimi) Doug Aldrich (chitarra, che ho ammirato particolarmente con Ronnie James Dio) e Jack Blades (basso/voce).
Questi tre ragazzi sono arrivati al secondo album, Light in the dark, che succede all'omonimo di un paio di anni fa, il tutto sotto la supervisione dell'italianissimo Alessandro Del Vecchio alla produzione che ha dato anche una grossa mano alla stesura di alcuni pezzi.
Devo dire la verità, mi sono approcciato a questo disco perché ho letto recensioni strabilianti e voti altissimi ed è giusto che anche io su Given to rock dica la mia. Se è un bellissimo disco? No.
Ok, adesso che mi sono levato il dente da buon bastian contrario verso tutte quelle recensioni che lodano e incensano buoni dischi (ma niente più) come se fossero i dischi del decennio, posso continuare. Liberi di smentirmi, ovviamente, se pensate che questo sia davvero un disco formidabile. Lo spazio commenti è sempre aperto anche per questo. Oltre che sui vari social media.
Ok, semi-incazzatura a parte, Light in the dark è un disco preparato con maestria sia dal punto di vista del suono sia da quello dell'esecuzione, ma da componenti di tale livello non ci si può aspettare altro. Ho apprezzato molto anche la prestazione dietro al microfono di Deen Castronovo. In genere ho sempre qualcosa da ridire sui cantanti, ecco, stavolta no: la prova di Deen è ineccepibile.
Perchè allora sono così scontroso verso questo disco? Per un semplice motivo: perchè di pezzi davvero davvero belli secondo me non ce ne sono tanti (li trovate quasi tutti nelle top tracks, a fine recensione), per il resto, quasi metá disco é composto da tracce se vogliamo anche molto godibili (sembre bellissimi gli assoli di Doug Aldrich) ma che scorrono senza emozionarmi troppo e onestamente anche un po' con il pilota automatico: sai come partono e sai come finiscono giá dopo i primissimi secondi di ascolto. Non ho altri appunti da fare, perchè il disco è confezionato molto bene e di pezzi brutti non ce ne sono, ma per giudicare un disco con voti e giudizi altissimi, devi uscire un po' dagli schemi o quantomeno devi proporre quasi tutte canzoni di un certo spessore, invece soprattutto nella seconda parte, le canzoni sono un po' cosí... Ok, credo di essermi spiegato.
Se amate l'AOR e i musicisti in questione dategli un ascolto perchè sicuramente vi piacerà e probabilmente penserete che il voto é troppo basso. Per quanto mi riguarda, buon disco, ma miracoli (dati anche i temi religiosi del disco) non ce ne sono.
Voto 68/100
Top tracks: Light in the Dark, I Wouldn't Change a Thing, Take you Down
01. Light in the Dark
02. Freedom
03. Ride On
04. I Wouldn't Change a Thing
05. Don't Surrender
06. Take you Down
07. The Storm Inside
08. Can't Run Away from Love
09. Running on the Edge
10. Another Chance
11. Falling Apart
12. Back On My Trail (live, bonus track on deluxe edition only)
13. Turn Back Time (live, bonus track on deluxe edition only)
14. Here Forever (live, bonus track on deluxe edition only)
15. Locked Out Of Paradise (live, bonus track on deluxe edition only)