Recensione: Iron Maiden - The Book Of Souls: Live Chapter (2017)


Considerato il fatto che vi avevo proposto il live report della data londinese (clicca qui) di qualche mese fa e che vi avevo postato anche il video ufficiale del concerto in questione, questa potrebbe risultare una recensione abbastanza inutile. Oltre ovviamente al fatto che é l'ennesimo live album degli Iron Maiden. A quota quanti siamo? Contando solo quelli dalla reunion con Bruce Dickinson/Adrian Smith in poi, troviamo Rock In Rio (2002), Death On The Road (2005), Flight 666 (2009) ed En Vivo! (2012) al quale vanno sommate le riedizioni dei vari Maiden England, Early years etc etc etc. Ció nonostante non saró critico con questa release. Perché? Ve lo dico fra un pochino.

La scaletta che troviamo in questo The Book Of Souls: Live Chapter é esattamente quella che ho documentato nel live report che citavo in apertura. La sfida per la band, come ha dichiarato recentemente il boss Steve Harris é stata inserire ogni traccia da un concerto diverso, quindi quella di uniformare suoni e tutti gli altri relativi problemi tecnici. Sfida vinta, perché se ascoltate il concerto senza sapere nulla, potreste non accorgervi che non si tratta dello stesso concerto. Per quanto riguarda le cittá rappresentate dalle canzoni, purtroppo nessuna traccia dal concerto che ho visto io a Londra, mentre gli italiani saranno contenti di trovare la bellissima Powerslave eseguita in quel di Trieste. Sono rappresentati quasi tutti gli angoli del mondo: tracce dal Sud America, dal Giappone, dall' Europa, dal Sudafrica... I tour dei Maiden sono lunghi e non scontentano nessun fan, lo sappiamo.

Perché non ce l'ho con questo concerto? Semplice, perché ho apprezzato molto The book of souls (clicca per la recensione) e gran parte della setlist di questo live é rappresentata dalle nuove canzoni, che da tradizione Maiden, tanto bene funzionano in sede live. Quante canzoni dei Maiden ci sono che non funzionano live? Ecco.

Certo, non ci libereremo mai di canzoni come Wrathchild, The number of the beast, The trooper o Fear of the dark (soprattutto quest'ultima), presenti in quasi tutti i live album ma facciamoci bastare queste nuove e tante tracce che mai in precedenza avevamo trovato in nessuna pubblicazione live dei Maiden. Speed of light e Death or glory, per esempio, sembrano canzoni nate per essere eseguite dal vivo, cosí come le piú lunghe The book of souls e The red and the black, che bene si prestano all'interazione col pubblico.

La band é sempre in forma smagliante, l'avevo riportato anche nel live report della data di Londra e altro non poteva essere in questa release ufficiale, dove la band poteva scegliere tra decine e decine di registrazioni. Certo, Bruce Dickinson ha qualche difficoltá nelle note piú alte giá da qualche anno (le note le becca, sia chiaro, ma la potenza é lontana da quella dei tempi migliori) ma fare quello che fa alla sua etá merita inchini ripetuti per 90 minuti di fila. Corre e salta come un matto come se avesse 20 anni. Il resto della band, capitanata da Steve Harris é sempre la solita, nonostante le rughe siano sempre di piú (guardare Nicko, per esempio). Insomma, sempre le solite bestie da live.

Se vi é piaciuto l'ultimo album, The book of souls, fate vostro questo live. Se l'ultimo album non lo conoscete, fatelo vostro pure. Difficilmente rimarrete delusi.

Tracklist:
01. If Eternity Should Fail – Sydney, Australia
02. Speed of Light – Cape Town, South Africa
03. Wrathchild – Dublin, Ireland
04. Children of the Damned – Montreal, Canada
05. Death or Glory – Wroclaw, Poland
06. The Red and the Black – Tokyo, Japan
07. The Trooper – San Salvador, El Salvador
08. Powerslave – Trieste, Italy
09. The Great Unknown – Newcastle, UK
10. The Book of Souls – Donington, UK
11. Fear of the Dark – Fortaleza, Brazil
12. Iron Maiden – Buenos Aires, Argentina
13. The Number of the Beast – Wacken, Germany
14. Blood Brothers – Donington, UK
15. Wasted Years – Rio de Janeiro, Brazil