Recensione: Ozzy Osbourne - Ordinary Man (2020)


Il caro e vecchio Ozzy Osbourne dovrei vederlo dal vivo (anche se non ci spero troppo) il prossimo ottobre, dopo due concerti giá posticipati. Ecco, il nostro caro principe delle tenebre, nonostante uno stato di salute estremamente precario e un paio di anni veramente brutti ci ha regalato un altro disco, Ordinary man, ben dieci anni dopo un onesto ma non irreprensibile Scream con il bravo Gus G che sostituí lo storico chitarrista Zakk Wylde. In realtá Zakk era ritornato con alla base, ma il buon Ozzy registra un disco in una settimana, praticamente a sua insaputa. 

La formazione? Prima di tutto il chitarrista Andrew Watt che ha aiutato parecchio il buon Ozzy a produrre l'album poi altri due musicisti di lusso, ovvero Duff McKagan (Guns N’Roses) al basso e Chad Smith dei Red Hot Chili Peppers alla batteria.

Abbiamo giá visto insieme i primi tre singoli Under the graveyardStraight to hell e Ordinary man (clicca per i relativi primi ascolti) che assieme a Scary little green man sono secondo me le migliori canzoni del disco, con l'ultima citata con un ritornello straordinario e tipicamente Ozzy. Ordinary man si fa apprezzare principalmente per coraggio e varietá, forse pure troppa, dato che é presente sull'album anche la sciagurata Say what you want con Post Malone (ah, avevo fatto il primo ascolto anche di questa, potete cliccarci). Se questo fosse davvero l'ultimo album del Madman, sarebbe un peccato che questa figuri come l'ultima traccia della sua discografia. C'é anche un'altra canzone con Post Malone, It's a raid, che é un po' sgangherata da diversi punti di vista ma che apprezzo molto complessivamente nella sua follia.

Per il resto anche le altre tracce fanno il loro, in particolare All my life e Today is the end, anche questa Ozzy al 100%. Un paio di episodi che non mi appassionano come Eat me o la seconda ballad Holy for tonight ma il disco scorre complessivamente che é una bellezza e che, come detto, si dovrebbe fermare alla traccia 10. Duff e Chad Smith svolgono un lavoro egregio ma si riconoscono nelle loro caratteristiche solo a tratti, dato che si sono messi completamente a disposizione (e sarebbe stato strano il contrario) di una leggenda dell'Heavy metal.

Ordinary man é un disco un po' per tutti con molta melodia e anche con diversi tratti moderni ma non tralasciando quelle che sono sempre state le caratteristiche di Ozzy. Ritorno con i fiocchi.

Voto 72/100
Top tracks: Straight To Hell, Under The Graveyard, Scary Little Green Men 
Skip track: Take What You Want

01. Straight To Hell (03:45)
02. All My Life (04:18)
03. Goodbye (05:34)
04. Ordinary Man (05:02)
05. Under The Graveyard (04:58)
06. Eat Me (04:19)
07. Today Is The End (04:07)
08. Scary Little Green Men (04:21)
09. Holy For Tonight (04:52)
10. It's A Raid (04:20)
11. Take What You Want (03:50)

Giovanni Gagliano

Passionate about music I wrote my first article for "Given To Rock" in 2012, reaching now 30K global followers. I am also a musician, gigging around London.

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