di Giulia Toselli
Ok, anche noi in UK questa settimana abbiamo scoperto il coronavirus. L'ha scoperto pure il nostro Primo Ministro, che si è messo in prima linea per aiutarci a velocizzare l'immunità di gregge.
Senza addentrarmi troppo in polemiche di natura politica sulle logiche inglesi che sennò Given to Rock, buono ma non troppo, mi sgrida, sta di fatto che anche noi italiani in UK stiamo assaporando il “piacere” di passare tanto tempo a casa.
Io vivo in un appartamentino alle porte di Londra, non ho giardino e tanti spazi per muovermi e quindi la musica è il mio passaporto per evadere, ma anche per scandirmi le giornate garantendomi che quella poca sanità mentale che ho, rimanga.
Ecco qui, quindi, i miei caposaldi, i miei amori, variegati ma assolutamente Rock, che mi aiutano a mantenere la giornata strutturata e normale anche quando di normale non c’è nulla e a riassettare la bussola per non perdermi nel mare in tempesta delle nostre mura domestiche. Iniziamo, allora.
Questi son i miei album per…
…IL RISVEGLIO
Nooooo, la parte più dura per me. Adattarsi ad una nuova routine, che non sia più fiondarmi fuori dalla porta con sì e no i capelli pettinati, è dove tendo a fallire, e il richiamo del piumone che sussurra menzoniero: finchè stai sotto di me, i problemi non esistono… è molto seducente. Vabbe’, accettiamo che tocca portare il sederotto fuori dal letto. E che, anche per oggi, non ci si pettina.
Un album che mi dà tanta carica al mattino, da grande amante del Southern Rock, è Furiosity dei Monster Truck (piace anche al mitico Given to Rock, trova la tua energia mattiniera qui). Album di debutto del 2013 di questa giovane band canadese che seguo praticamente dall’inizio, secondo me unisce perfettamente sensibilità blues a zampate graffianti Hard Rock.
Provate a svegliarvi con il terzetto di pezzi iniziali Old Train, The Lion e Power of the People, e vedrete che quel ritmo così duro e groovy coprirà il sussurro suadente del piumone . La voce roca e forte del cantante Jon Harvey mi ha sempre creato dipendenza, e la band è meravigliosamente unita, potente, gioiosa e libera nel loro modo di suonare – (la chitarra di Jeremy Widerman mi fa letteralmente scricchiolare le ossa e le tastiere di Brandon Bliss sono così integrate nel suono di ogni traccia che mi commuovono).
… TENERE LA CONCENTRAZIONE AL LAVORO
Giornata tranquilla al mio laptop in salotto. Circa settanta e-mail non risposte, tre colleghi che mi chiamano su Zoom contemporanemente, il capo che mi telefona che non gli ho ancora comunicato il fatturato del mese, Given to Rock che mi whatsappa minacciandomi di morte lenta se continuo a mandargli recensioni di gruppi emergenti da correggere, insomma sono bombardata da tutti i lati.
Nelle ultime settimane, come sottofondo per la mia giornata lavorativa, sto ascoltando un gruppo emergente rock candaese, i Glorious Sons (scusa Given to Rock, una nuova recensione in arrivo) e il loro album del 2019 A war on everything. Rock di facile ascolto ma con un songwriting di prima classe a mio avviso, melodie altamente coinvolgenti eppure con un approccio sottile, adatto a chi sta facendo anche altro mentre ascolta.
Vocalmente, il giovane cantante Brett Emmons mi dà cio che amo in un cantante: è tosto, ha una voce unica e scrive dei gran testi. Panick Attack, la stupenda ballad Pink Motel e The Ongoing Speculation into the Death of Rock and Roll danno idea di tutta la versatilità di questo giovane promettente gruppo, e mi fanno dimenticare per l’ennesima volta di mandare le previsoni di fatturato al mio capo.
…LA PAUSA PRANZO
Quando la pausa pranzo si svolge dove lavori, che poi è anche dove vivi, ci vuole almeno il tuo album preferito per aiutarti quasi a metterla tra parentesi, renderla un momento di evasione che ti faccia dimenticare per un oretta che la tua vita comunque riprenderà da quello stesso punto. Mannaggia.
Nel mio caso, io non ho dubbi: il mio gruppo preferito di sempre e per sempre, The Black Crowes con The Southern Harmony and Musical Companion (1992). Secondo album in studio dell’immensa Southern Rock band fondata dai litigiosi fratelli Robinson, mescola le sue radici di power blues con hard rock, gospel, e soul. Secondo me, il livello di sperimentazione raggiunto dalla band con quest’album non verrà eguagliato neppure dal successivo Amorica, che pure adoro. Metto su Sting me, Remedy e Thorn in My pride, le prime tre dell’album, e il tavolino del salotto profuma già di bancone di un saloon country nella campagna georgiana. Soprattutto Thorn in my Pride, una delle ballad del mio cuoricione di panna, con quell’intro meraviglioso di chitarra acustica di Rich Robinson seguito dalle sensualissime tastiere del troppo presto dipartito Eddie Harsch…vabbè, smetto di parlarne o scrivo due pagine solo di questa canzone. E la pausa pranzo è finita!
… IL TÈ DEL POMERIGGIO (SIAMO INGLESI QUI!)
Il mio bollitore è in realtà un po’ incrostato di calcare, e la tazza che mi ha regalato mia mamma dal Messico con due omini col sombrero non credo renderebbe la Regina orgogliosa del mio galateo dell’Afternoon Tea. Però, cara Regina immortale che il pure il virus scappa via di fronte a te, se ti deludo col galateo, non ti deludo di certo con la scelta di The Bends degli inglesissimi Radiohead.
Non sono una superfan dei Radiohead, lo ammetto, troppo bui per me, ma a The Bends (1995) sono molto affezionata. Amando le dinamiche dei giovani artisti emergenti , quando ascolto The Bends trovo un gruppo alla scoperta di se stesso, in un cruciale momento di passaggio, sfiniti da una fama inaspettata dopo Creep, troppo stretti nei codici grunge e vogliosi di provare idee per vedere cosa funziona. E non tutto funziona, in piena onestà, ma sono i Radiohead che mi voglio ricordare, specialmente Thom in (Nice Dreams), Fake Plastic Trees e Sulk che mi fa sciogliere nel tè come la mia zolletta di zucchero.
…FARE MOVIMENTO
Ce lo dicono tutti che, anche a casa, non possiamo solo “magna’” ma dobbiamo continuare a fare movimento, per mantenere la mens sana nel corpore sano (scusate, antichi Romani).
Ora io sono l’antisport per eccellenza, anche due gradini mi danno il fiatone, e cullo il sogno proibito di chiudermi mesi a casa sul triclinio proprio come i cari antichi Romani di cui sopra, incurante sia della mens che del corpore.
Per fortuna i miei amici Zack De La Rocha e Tom Morello mi sparano fuori dal triclinio diretta sulla luna con Evil Empire, Rage Against The Machine (1996). Quattro anni per partorirlo dopo lo spettacolare omonimo album di debutto, che riconosco essere di una coerenza maggiore rispetto a questo, ma io ho conosciuto i RATM proprio grazie a Bulls on Parade e a People of the Sun. Secondo me sono un gruppo potentissimo non solo per la graffiante qualità e per la bravura e l’istrionismo musicali, ma anche perchè è formato da individui istruiti che studiano politica quando non fanno musica (per la rubrica “e chissenefrega”, Tom Morello si è laureato presso l'Università di Harvard con una laurea in scienze politiche). Non mi dilungo troppo su un album che conosciamo sicuro tutti, le urla di Zach sono penetranti e quasi catartiche, Tom sperimenta uno sproposito di distorsioni aspre ed audaci, le line di basso di Tim Commerford sono croccantissime e a me è già venuta fame. Però, forse, a scrivere di loro con passione, dieci calorie le ho bruciate.
…CREARE UN PO’ DI ATMOSFERA
E voi direte: macchè atmosfera, che sei relegata in appartamento. Embeh, non avete visto le occhiate languide che mi lancia quel ragnetto dal soffitto. Quindi, caro ragnetto, se proprio vuoi tentare la fortuna, ti devo confessare che da quando è uscito Feral Roots dei Rival Sons (2019), lo trovo un album che mi mette dell’umore giusto (lo ha recensito anche Given to Rock, scopri il tuo lato sexy qui).
Sarà che il testo della opening song Do your worst è già una dichiarazione di intenti( Oh my, oh my baby, devil's gonna get you if I don't first, take my body, take my body and do your worst) sarà la voce blues di Jay Buchanan , sarà il secondo pezzo Sugar on the Bone che continua a rallentare ed accellerare, sarà la sensualità della title track Feral Roots, insomma è un album che a me fa decisamente caldo. Atmosfera a parte, che è sempre molto personale, disco validissimo da recuperare, per tutti e con bellissime sonorità Blues Rock.
…FARE LA NANNA
Insomma, alla fine anche oggi è andata. Non saranno le giornate più divertenti e ricche di eventi della mia vita, ma sicuro mi stanno regalando tanto tempo per assaporare e ri-assaporare la mia musica preferita. Sdraiata al calduccio, con le palpebre un po’ pesanti, ho il tempo per iniziare l’ultimo album della giornata (forse non finirlo tutto, però), che è un tuffo nella mia dolescenza. Amo Automatic for the People dei R.E.M (1992), è un album dalle sonorità rilassate ma che contiene alcune delle migliori canzoni mai scritte sull'affrontare tutte le cose disordinate della nostra vita, le nostre relazioni, e le nostre perdite. Dell’amore, della vita, o semplicemente il passaggio dalla nostra giovinezza alla maturità.
Parte la magistrale chitarra acustica di Peter Buck in Drive, Hey kids, rock’n’roll, nobody tells you where to go … e io mi sento già trasportata in un’altra dimesione, dove passato e memorie si intersecano . Nightswimming sublime con la l’immagine della fotografia sul cruscotto scattata anni fa e The Sidewiner Sleeps Tonight e Man On The Moon che portano in musica le memorie d’infanzia. E un po’ anche le mie, facendomi addormentare, forse anche con un leggero sorriso.
E voi, amici di Given to Rock? Quali sono gli album che scandiscono i vostri momenti chiave della giornata? Con quale musica fate colazione? Quale usate come soffondo mentre lavorate? Con quale fate la cacca? No scherzo, questa non la dobbiamo necessariamente sapere.
Descrivete la vostra giornata in musica e Given to Rock la posterà come con la mia.
Diamogli un sacco di lavoro da fare e condividiamo la musica che più amiamo.