Recensione: Avantasia - Ghostlights (2016)


Puntuale come le tasse, ecco arrivare l'ennesima fatica targata Tobias Sammet, stavolta con i suoi Avantasia (e la sua vagonata di ospiti prestigiosi che vedremo canzone per canzone). Successore dell'ottimo The mystery of time prendiamo quindi in esame questo nuovo Ghostlights, erroneamente messo online da Spotify (ma tolto qualche ora dopo) a fine dicembre. Lo sapevate? Ecco, adesso lo sapete.

Cominciamo. Ah, l'artwork é bellissimo.

01. Mystery Of A Blood Red Rose (03:51)
vocals: Tobias Sammet
guitars: Sascha Paeth

Canzone scritta e pensata per l'ugola di Meat Loaf (che, per dispiacere di Tobias non ha potuto prendere parte al disco) e che infatti suona esattamente come una canzone di Meat Loaf, con Tobias che imposta la voce quasi lo stesse imitando. Forse (anzi, di sicuro) con lui avrebbe avuto piú impatto, ma l'opener del disco é convincente lo stesso, forse poco cazzuta, ma una buona canzone.

02. Let The Storm Descend Upon You (12:09)
vocals: Tobias Sammet, Jorn Lande, Ronnie Atkins, Robert Mason
guitars: Oliver Hartmann

Mi ci sono voluti 1000 ascolti per capirci qualcosa... canzone qualitativamente ineccepibile ( tra gli altri c'é Jorn Lande in forma strepitosa, che ve lo dico a fare...) ma forse un "tantinello" dispersiva e prolissa con i suoi 12 minuti, soprattutto per essere posta alla seconda posizione del disco. C'é un bel chorus ma ci sono anche un po' troppe tastiere per i miei gusti. Boh fatevi la vostra idea, sono confuso. In breve penso sia un'ottima canzone ma allungata un po' troppo (io l'avrei fatta finire al break a circa 6.30).

03. The Haunting (04:42)
vocals: Dee Snider, Tobias
guitars: Sascha Paeth

Sulla falsa riga di Death is just a feeling (quella riuscitissima song con Jon Oliva su Angel of Babylon, ve la ricordate?), solo che stavolta c'é Dee Snider dei Twisted sister a fare la parte dello psicopatico. The haunting non raggiunge quei livelli ma rimane una buona canzone. Un appunto: le doppie voci che non finiscono simultaneamente nell'ultima riga del ritornello danno fastidio solo a me? Ottimo il solo di Sascha Paeth.

04. Seduction Of Decay (07:18)
vocals: Geoff Tate, Tobias Sammet
guitars: Sascha Paeth

Un bel riffone cattivo e dai ritmi cadenzati introduce al canto di Geoff Tate, forse l'ospite piú atteso e particolare di questo disco. La sua performance é strana, canta sicuramente su delle note a lui congeniali ma si muove su altri pianeti (quelli di Tobias). La sua prestazione é comunque molto buona, Tobias gli disegna una canzone per tutti i suoi "colori" della voce. Molto sfaccettata, ha bisogno di diversi ascolti per entrare pienamente in circolo.

05. Ghostlights (05:43)
voce: Michael Kiske, Tobias Sammet, Jorn Lande
guitars: Sascha Paeth, Oliver Hartmann

Ora, io adoro Michael Kiske, ma perché farlo cantare sempre su queste note altissime? Leggevo da qualche parte che anche lui si "lamenta" del fatto che Tobias lo tortura facendolo cantare sempre sugli stessi registri e devo dire che sono d'accordo con lui. E' vero che é per distacco il migliore del mondo su queste note, ma a volte sembra che Tobias lo faccia cantare cosí solo per il gusto di farlo. Insomma, la title track é una canzone super power metal con Micheal Kiske che canta su note altissime (lo avevate capito, penso), forse un pochino meno incisiva di tanti altri episodi del passato. Jorn Lande ha una parte inesistente sul finale, potevano anche evitargliela.

06. Draconian Love (04:58)
vocals: Herbie Langhans, Tobias Sammet
guitars: Sascha Paeth

Da un estremo all'altro. Si passa dai toni á lá Maria Callas di Kiske ai toni gutturali á lá Ville Valo-Pete Steele di Herbie Langhans (che in genere canta su registri decisamante diversi). Sapete che vi dico? Draconian Love é tra le mie canzoni preferite in assoluto di questo disco perché é una canzone che non ti aspetti. Anzi é proprio la mia preferita in assoluto, ho deciso in questo momento. Bravo Tobias a cambiare pelle e bravo Herbie in una interpretazione da favola. Chorus che ti si stampa in testa dal primissimo ascolto.

07. Master Of The Pendulum (05:01)
vocals: Marco Hietala, Tobias Sammet
guitars: Sascha Paeth

Altro "strano" ospite di questo Ghostlights é Marco Hietala dei Nightwish. Questa canzone, difatti, risulta un perfetto incrocio tra gli Avantasia e, appunto, i Nightwish. Tobias é un compositore davvero eccezionale, riesce ad adattarsi ai diversi ospiti senza mai perdere le proprie caratteristiche. Il riff ricorda qualcosa di Hellfire club degli Edguy. Mi piace moltissimo.

08. Isle Of Evermore (04:28)
vocals: Sharon Den Adel, Tobias Sammet

E' la volta di Sharon Den Adel dei Within temptation (non alla prima esperienza con gli Avantasia) con la "rilassante" Isle of Evermore. Solitamente mi piacciono i cambi di ritmi ma giudico questa canzone abbastanza moscia, "Sanremese" e senza il mordente necessario per stare in quest'album. Skip track?

09. Babylon Vampyres (07:09)
vocals: Tobias Sammet, Robert Mason
guitars: Bruce Kulick, Oliver Hartmann, Sascha Paeth

Brano abbastanza tipico della seconda parte di carriera "Avantasia" con Robert Mason dei Warrant ospite al microfono. Ritmi alti, ritornello catchy e chitarre in bella mostra con Bruce Kulick, Oliver Hartmann e Sascha Paeth che danno il meglio di loro con ottimi riff durante il brano e soprattutto nella lunga sezione solistica finale. Forse non originalissimo ma sicuramente un pezzo riuscito e con un buon mordente.

10. Lucifer (03:48)
vocals: Jorn Lande, Tobias Sammet
guitars: Bruce Kulick

Un piano rilassato accompagna Jorn Lande (strepitoso come sempre) e Tobias in questa Lucifer che comincia come una ballad á lá Inside (quella del primo The Metal Opera) ma si scatena poco dopo con un solo funambolico di Bruce Kulick accompagnato da un drumming pazzesco del fidatissimo Felix Bohnke (che suona ovviamente in tutto il disco). Brano abbastanza breve che si chiude (secondo me) troppo in fretta, sembra proprio troncato di netto. Peccato perché con uno svolgimento piú completo sarebbe stato sicuramente tra le mie top tracks.

11. Unchain The Light (05:03)
vocals: Tobias Sammet, Ronnie Atkins, Michael Kiske
chitarra: Sascha Paeth, Oliver Hartmann

Brano che riporta molto all'album precedente e con il solito Michal Kiske che non appena entra fa la differenza con una linea vocale bellissima nel chorus. Anche qui, forse non originalissimo ma sicuramente vincente. Ottimi Ronnie Atkins (Pretty Maids), il solito Tobias (l'ho detto che suona il basso in tutto il disco?) e anche i due soli.

12. A Restless Heart And Obsidian Skies (05:53)
vocals: Bob Catley, Tobias Sammet
guitars: Bruce Kulick

Tobias affida oramai qualsiasi chiusura a Bob Catley, se potesse gli farebbe chiudere pure casa sua quando va in vacanza o in tour. Chiusura abbastanza prevedibile in realtá, ricorda molto altre cose (tipo The story ain't over nel ritornello), ma se vi piacciono i pezzi degli Avantasia con Bob Catley, vi piacerá pure questo. Personalmente non sono un grande fan di queste canzoni, ma concordo sul fatto che siano delle buone conclusioni.

Ghostlights é un album con tutti gli elementi Avantasia e con tutte le sfaccettature che il nome porta con se: brani power, brani sinfonici, ballate mielose (ahimé), pezzi strambi e stavolta pure un pezzo mezzo gothic. Nell'edizione speciale anche la bonus track Wake up to the moon, canzone con Kiske su tonalitá piú umane (quanto canta bene quest'uomo...), Lande e altri ospiti giá presenti nelle canzoni del disco. Ce n'é davvero per tutti i gusti.
Pensavo che dopo l'ottimo The Mistery of Time si potesse solo andare giú ma Tobias Sammet é riuscito ancora una volta a confermarsi uno dei migliori artisti del nostro tempo sfornando un album che accontenterá (quasi) tutti. Chapeau. Non vedo l'ora che arrivi marzo per sentirmeli dal vivo.

Voto 75/100
Top tracks: Draconian love, Master of the pendulum
Skip track: Isle of Evermore