Recensione: Giovanni Gagliano - Rough Uneven Surface (2016)


Lo so, perseverare é diabolico. Dopo lo strabiliante debut (scherzo, eh) del 2014, Peace & Revenge, ecco un secondo album e conseguentemente una seconda meravigliosa "auto-recensione" di questo nuovo Rough uneven surface. E' il mio disco, nel caso non l'abbiate ancora capito.

Di nuovo, non sará ovviamente una recensione a tutti gli effetti ma sará piú una spiegazione track by track della mia ultima fatica, che molta fatica in realtá non é stata perché ci ho messo un paio di mesi a fare tutto. Dopo lavoro e prendendomela pure con relativa calma.

1) Peace
Semplicemente un'introduzione con basso e tastiera.
Volevo un qualcosa di rilassante (da qui il titolo, che richiama anche al primo album) che introducesse al manicomio della traccia successiva.

 
2) Rough Uneven Surface
Ero in un porto irlandese (se volete sapere come si chiama, faró qualche ricerca perché non lo ricordo) e ho visto questo segnale stradale "Rough uneven surface". "Che titolo pazzesco", ho pensato, e ho cominciato a canticchiare istintivamente quello che é il ritornello. Ho promesso all'amico che era con me (Giacomo, che suonerá in qualche canzone) che se avessi fatto un nuovo album, quello sarebbe stato il titolo. La canzone é aggressiva, mi piace molto il riff, il resto é abbastanza arruffone e con una struttura vaga, ma la volevo cosí, ignorante. Grande il contributo dell'amico Antonio Spina che mi ha registrato due soli ignoranti ma stilosissimi nella seconda parte della canzone.
 

3) Down
Questa canzone fu scritta una decina di anni fa per una sbrigativa versione acustica caricata su MySpace e fu registrata nuovamente in elettrico per l'album precedente. Non mi convinse allora e ci sono tornato a lavorare (parecchio) per questo album, aggiungendola di diversi particolari. Mi sono definitivamente convinto ad inserirla quando ho allungato la seconda parte della canzone e Giacomo Minelli é venuto da me ad improvvisarci su, rendendola ancora un po' piú folle con i suoi soli. Sono molto soddisfatto delle voci di questa canzone, anche di quelle da psicopatico durante gli assoli (se ci fate caso ci sono delle voci che ripetono "Down").
 

4) Wash away
Una ballad con diverse influenze (e con un po' di velocitá in piú rispetto alla media), ma niente di seriamente definito, credo, giusto un pizzico di questo e quello. La voce é forse un po' troppo forte, l'ascolto del nuovo disco di Blaze Bayley mi avrá influenzato negativamente sul mixing. L'assolo che sentite mi é piaciuto molto quando l'ho composto, dopo averlo ascoltato per la prima volta a mente fredda mi ha fatto ribrezzo, poi gli ho cambiato suono e mi ha convinto. Magie dei processi di registrazione (e mentali). Fabio Sticca mi ha dato una mano con delle belle trame di basso. La fine della canzone é quasi una sorta di apertura alla prossima...

 
5) Spoc it
...infatti il tempo di batteria é simile (suono a parte) alla traccia precedente, l'ho fatto di proposito.
Anche questa l'avevo scritta e in gran parte registrata per Peace & revenge, ma non mi aveva convinto in quel contesto. Il titolo viene da una procedura che usiamo nella compagnia per la quale lavoro e attorno gli ho costruito una storia abbastanza bizzarra e demenziale (scritta durante un meeting noiosissimo). La canzone ha dei riferimenti stoner/doom (accordatura bassa e ritmi piú lenti) che derivano dalla mia esperienza precedente con gli Hagstone. Anche qui Giacomo Minelli mi ha dato una gran bella mano con la chitarra solista, con degli assoli che abbiamo definiti "malati".
 

6) Let me
Qualche anno fa venne da me un amico per improvvisare qualcosa su un giro di chitarra classica che aveva creato. Io gli avevo creato sopra questa sorta di linea vocale che cominciava bisbigliando e finiva urlando. Ho preso spunto da quella ed ecco Let me, una canzone sperimentale dove tutto parte in tranquillitá e piano piano tutto si intensifica: le chitarre diventano distorte, la trama di basso ( sempre suonato da Fabio) si infittisce sempre di piú e la voce arriva su tonalitá alte. Ho registrato le parti basse quando ero molto raffreddato, si sente parecchio. Non mi chiedete perché non le ho registrate di nuovo, forse mi danno un senso di inquietudine e mi piace. Boh. Le chitarre sul finale sono suonate maluccio, ma non ho voluto modificare niente perchè non volevo si perdesse lo spirito. Sono fatto così.
 

7) There she comes
Mamma mia che parto difficile. Nettamente la canzone sulla quale ho speso piú tempo, non c'è niente di peggio di quando qualcosa non ti convince pienamente e provi a farla funzionare. Anche qui, era quasi pronta per l'album precedente ma non mi ha mai convinto. Per inciso, la canzone fu scritta originariamente con un amico (Clay Mignemi) fa per il progetto Evil Jam ma non venne mai utilizzata ufficialmente, quindi eccola qui. Ci ho lavorato talmente tanto che guardando il progetto sul computer sembra la cavalleria rusticana rispetto alle altre. Un parto anche l'assolo: ho chiesto a molti di suonarci qualcosa sopra ma per motivi diversi hanno declinato tutti, era tempo di chiudere il disco e ho deciso di farlo da me...e forse é stato meglio cosí perché ne sono molto soddisfatto. Le frasi "Now it is time for redemption, there shades of you my reaction, my life without you, there she comes" e "A side of mind beneath my lair, picture of you fading away, open the door and there she comes" sono forse le piú belle che abbia mai scritto. Non so cosa vogliano dire esattamente, ma lo sono. In definitiva, non so se sia o meno una buona canzone ma ad un certo punto mi ha comunicato qualcosa ed ho deciso di renderla pubblica.
 

8) The preacher
Era nata per essere una stramba canzone alternative rock - grunge con 1000 riff e... cambia questo, cambia quello, é diventata praticamente una canzone classic metal. Parla di un fatto accaduto tanti anni fa negli spogliatoi di un campo di calcetto: tutti stanchi dopo la partita e uno comincia senza nessuno motivo a parlare della sua vita. Robe tipo: "fino ad un anno fa mi facevo di droghe pesanti, andavo a prostitute di alto bordo e sperperavo tutti i miei soldi in lusso, adesso ho trovato Dio e trovato la felicitá". Siamo tutti felici per lui, ma sta di fatto che ci ha rotto gli zebedei con la sua storia (che nessuno voleva sentire) per una mezz'oretta. The preacher é lui. Mi piace un sacco l'ultima strofa, col le seconde voci che si sposano benissimo con le prime. Solo schizofrenico (come tutto il resto, quindi appropriatissimo) di Giacomo Minelli e basso energico di Fabio Sticca, che ha registrato il tutto quando era ancora una canzone alternative.
 

9) Htsab
Acronimo per "How to start a ballad". Vi spiego: tempo fa in una videorecensione sull'ultimo dei Virgin Steele mi prendevo gioco di David DeFeis perché aveva fatto cominciare una ballad con un colpo di tosse catarroso e riverberato. In maniera piú delicata ho voluto emularlo, dato che é l'intro per la prossima canzone. "Se non puoi vincerli unisciti a loro".
 

10) No Time for me
Ballad conclusiva composta e registrata in pochissimo tempo e con pochissimi take. Non la giudico una bella canzone in senso assoluto ma ne sono abbastanza soddisfatto perché la giudico molto personale. Come approccio é l'esatto opposto della traccia 7: ho registrato tutto di getto, ci sono 4 strumenti in croce e mi ha convinto subito. Fabio Sticca gli ha registrato il basso, pure lui senza pensarci troppo. L'assolo piccolo piccolo a 1.15 di Sergio Casabianca é uno dei punti piú alti del disco, secondo me, mentre la parte in distorsione, nella sua totalitá e semplicitá é forse il mio punto preferito in assoluto. Parte impreziosita ancora una volta dall'assolo di Sergio.
 

11) Camden town (bonus track)
Non c'entra una mazza con il resto dell'album, quindi l'ho inserita come bonus track per giustificarmi. Niente, da tempo volevo scrivere una canzone pop discutibile su Camden Town, mia zona preferita di Londra e dove spesso vado ad esibirmi. Ecco, ad un certo punto, mi arriva l'idea di questo ritornello in testa e questo é il risultato: una canzone pop su Camden town, appunto. Giacomo Minelli era a casa mia e si era rifiutato di suonarci un assolo, poi per fortuna ci ha ripensato. Gli ho detto che forse ha piú talento come musicista pop, talmente mi é piaciuto il suo solo. Camdeeeeen towwwwnnn can't you heaaaaaarrrr the sound.... E' una bonus track, dai...



Saró sincero, quando mi é venuta voglia di fare il secondo album (ad inizio anno), avevo in mente un disco completamente diverso, piú omogeneo e con un approccio differente. La veritá é che ho adottato il metodo "go with the flow", mettendo praticamente tutto quello che mi é passato per la testa, senza pensarci troppo. Gli ho anche inserito delle "rimanenze" del primo disco. Il suono non é ovviamente quello di un disco dal grande budget ma credo sia il massimo rispetto ai mezzi a disposizione: un computer, un microfono e qualche chitarra. Come il primo, secondo me anche questo Rough uneven surface scorre abbastanza bene, perché ha tante idee diverse, forse pure troppo. Penso onestamente che abbia meno picchi rispetto a Peace & Revenge (perlomeno, secondo me), ma ha sempre la mia anima musicale. Spero qualche canzone sia stata di vostro gradimento.

Grazie per l'ascolto e Rock n' roll!
Giovanni Gagliano

Passionate about music I wrote my first article for "Given To Rock" in 2012, reaching now 30K global followers. I am also a musician, gigging around London.

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