Con abbastanza ritardo arriva la recensione di questo Dust, l'ultima fatica di Mark Tremonti, che succede ai buonissimi All I was del 2012 Cauterize dello scorso anno. A proposito di Cauterize, le composizioni di questo disco vengono da quelle sessioni, al tempo il compositore statunitense aveva dichiarato di avere così tante canzoni da poter coprire anche un altro album. Ecco, quindi, Dust.
Beh, se conoscete un minimo il buon Mark sapete già che grosse sorprese non ne troverete perchè Dust prosegue (per forza di cose) il discorso cominciato con i precedenti album, copertina compresa. I suoi compagni di "studio" (inteso come studio di registrazione) sono Eric Firedman (Chitarra), Wolfgang Van Halen (Basso) e Garrett Whitlock (Batteria).
Tremonti è un bravissimo compositore, lo sapete già, quindi sapete anche che di tracce brutte in questo Dust non ce ne sono. Magari oltre a tracce veramente buone ci sono canzoni senza le quali potremmo vivere la nostra vita serenamente, ma tutte hanno perfettamente senso: la "nervosa" opener My last mistake, la splendida title track, singolone con ritmi più cadenzati e riflessivi che ha anticipato l'album (Mark sempre più a suo agio nelle vocals, questa è una canzone difficile da cantare), il riff fuorioso di The cage, le ispirate Once dead e Catching fire, la semi-ballad finale Unable to see.
Dust è sicuramente buona musica, dell'ottimo metal moderno suonato come si deve. In questo senso il nome di Mark Tremonti è sicuramente una garanzia. Di contro, se cercate qualcosa di nuovo quest'album, vi consiglio di lasciare perdere perché vi risulterá sicuramente "già sentito". D'altronde, dopo aver scritto quasi da solo album su album, non possiamo aspettarci grosse novità stilistiche. Aspettiamo adesso il nuovo degli Alter bridge, in arrivo a settembre.
Voto 70/100
Top tracks: The cage, Dust, Catching fire
Tracklist:
01. My Last Mistake
02. The Cage
03. Once Dead
04. Dust
05. Betray Me
06. Tore My Heart Out
07. Catching Fire
08. Never Wrong
09. Rising Storm
10. Unable To See
Beh, se conoscete un minimo il buon Mark sapete già che grosse sorprese non ne troverete perchè Dust prosegue (per forza di cose) il discorso cominciato con i precedenti album, copertina compresa. I suoi compagni di "studio" (inteso come studio di registrazione) sono Eric Firedman (Chitarra), Wolfgang Van Halen (Basso) e Garrett Whitlock (Batteria).
Tremonti è un bravissimo compositore, lo sapete già, quindi sapete anche che di tracce brutte in questo Dust non ce ne sono. Magari oltre a tracce veramente buone ci sono canzoni senza le quali potremmo vivere la nostra vita serenamente, ma tutte hanno perfettamente senso: la "nervosa" opener My last mistake, la splendida title track, singolone con ritmi più cadenzati e riflessivi che ha anticipato l'album (Mark sempre più a suo agio nelle vocals, questa è una canzone difficile da cantare), il riff fuorioso di The cage, le ispirate Once dead e Catching fire, la semi-ballad finale Unable to see.
Dust è sicuramente buona musica, dell'ottimo metal moderno suonato come si deve. In questo senso il nome di Mark Tremonti è sicuramente una garanzia. Di contro, se cercate qualcosa di nuovo quest'album, vi consiglio di lasciare perdere perché vi risulterá sicuramente "già sentito". D'altronde, dopo aver scritto quasi da solo album su album, non possiamo aspettarci grosse novità stilistiche. Aspettiamo adesso il nuovo degli Alter bridge, in arrivo a settembre.
Voto 70/100
Top tracks: The cage, Dust, Catching fire
Tracklist:
01. My Last Mistake
02. The Cage
03. Once Dead
04. Dust
05. Betray Me
06. Tore My Heart Out
07. Catching Fire
08. Never Wrong
09. Rising Storm
10. Unable To See