Era da una vita (facciamo una ventina d'anni, vah) che aspettavo questo momento: ascoltare le canzoni degli Helloween dal vivo con Michael Kiske. Avevo giá ammirato michelino in tempi recenti live con gli Avantasia, ma non é la stessa cosa, giusto? Ho finalmente raggiunto l'obiettivo, grazie a questo tour di reunion delle zucche, Pumpkins united, che come saprete vede protagonista anche Kay Hansen, oltre ovviamente al vero leader di questa seconda parte di carriera, Andi Deris. A proposito, nel caso vi foste persi la nuova canzone, chiamata per l'appunto Pumpkins united, potete ascoltarla con me cliccando qui.
Avevo visto gli Helloween nel tour precedente all'arena di Kentish Town (sempre a Londra, ovviamente), ma il contesto era abbastanza diverso. Certo, lì c’erano di spalla i Rage ma questa é la reunion attesa da una vita, cazzarola.
Arrivo alla Brixton Arena e so già che il concerto non è sold out quindi mi aspetto poca gente (senza un motivo plausibile). In realtà la fila per entrare cominciava quasi dalla mia vecchia casa, mannaggia a loro. E pensare che quando abitavo lì non hanno fatto un concerto che mi interessasse alla Brixton arena, adesso invece mi tocca andare fino all'altra parte della città . Ma vabbè, un classico...
Mi piazzo in un bel posto, seduto come i fighettini, perché non mi va più di mettermi le bottiglie sotto i piedi per cercare di vedere qualcosa. Sono basso.
Il concerto comincia sulle strane e inaspettate note di Let me entertain you di Robbie Williams e si può ammirare subito lo strano palco della batteria e gli schermi dietro. Si parte benissimo con le datate Helloween e Dr. Stein dove Kiske e Deris si alternano al microfono. La cosa che salta subito all’orecchio è che Deris non si lascia intimidire di fronte a sua maestà (scusate se lo chiamò così) e sfodera (non solo durante queste due canzoni) una prestazione vocale da paura. Chapeau per Andi, veramente.
Un coglione davanti a me cerca di rovinarmi il divertimento per fare la sua diretta streaming su Facebook (ho sbirciato, aveva UNO spettatore UNO) muovendo il telefono a mo di telecamera come se fosse chissà quale cameraman. È durato solo una mezz’oretta, per fortuna. Ero tentato di lanciargli il telefono dalla tribunetta.
Tornando a noi... dicevamo che i due cantanti si sono avvicendati per tutta la durata del concerto e, trovata simpatica (ma che toglieva un po' di continuitá allo show), le canzoni erano spesso anticipate da un simpatico video di due zucche che prendevano le sembianze dei componenti del gruppo.
Stupenda Perfect gentleman dove c’è stato un bel siparietto fra i due cantanti e il pubblico, seguirà anche la splendida Forever and one a due voci (Kiske faceva quella bassa, durante il ritornello) che vede protagonista anche il chitarrista, sempre simpatico Sascha Gerstner, che peró ha un taglio di capelli da denuncia penale. A proposito di siparietti bellissima anche A little time sfumata (avete capito bene, l’hanno sfumata live!) e How many Tears dove ci sono state risate ed incomprensioni su chi doveva cantare e quando. I pezzi sono sapientemente alternati fra la Kiske-era e la Deris-era.
Non poteva mancare lo spazio dedicato a Walls of Jericho dove il protagonista è sicuramente Kay Hansen. La band si rituffa nel passato e sfodera un’energia incredibile con le datatissime Starlight, Ride the sky, Judas e Heavy metal is the law. Kay se la cava benissimo anche dietro al microfono e fa un figurone come frontman del gruppo, che sembra sia ringiovanito di un bel po' di anni, data la potenza dei brani.
Vengono toccati quasi tutti gli album delle zucche e nonostante Michael Weikath sprizzi la solita energia contagiosa da tutti i pori, il pubblico apprezza praticamente tutte le fasi dello show e conseguentemente della carriera della band. Se dovessi descrivere ogni singolo momento del concerto faremmo notte, quindi vi posto la setlist a fondo pagina, con tanto di dettagli. Certo, avrei fatto a meno di qualche canzone (Kids of the century, mai piaciuta...), ma la setilist così varia e la durata complessiva di 2h e 56 minuti non possono che accontentare tutti: ci sono le canzoni dei primi Keeper e i singoloni dell'era Deris come Power, I can, Sole Survivor e If I could Fly, solo per citarne alcune. Una canzone che invece avevo dato per scontato ci fosse è proprio il nuovo singolo Pumpkins united, ma niente. Boh, questa non l'ho capita...
La band ha voluto ricordare anche lo scomparso batterista Ingo che ha duettato virtualmente in un assolo con l’attuale Daniel Löble. Bravissimo, per carità , ma Uli kusck per me rimane sempre di un altro livello.
Ad un certo punto si fa anche baldoria con Kiske che prende la chitarrra di Hansen e comincia a cantare un pezzo di Elvis. Se all'inizio lo show era un pochino freddo, nella seconda parte tutti i componenti si sono sciolti e hanno interagito in maniera molto simpatica sia tra di loro che col pubblico. Magari la reunion sará stata fatta solo per soldi, ma ho visto davvero una band "united".
L'ultima parte è praticamente un one man show con sua maestà che ci delizia con Eagle fly free, con quello che é probabilmente il capolavoro delle zucche - The keeper of the seven keys, con Future world e con la conclusiva I want out.
Il concerto finisce con palloni a forma di zucche e coriandoli, con la band che ha dato tutto e il pubblico che ha partecipato in maniera attiva allo show.
Francamente non mi potevo aspettare di meglio.
Top tracks: Forever and one, The keeper of the seven keys, Perfect gentleman
Ne avrei fatto volentieri a meno: Kids of the century
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