Recensione: Bryan Adams - Shine a light (2019)


Ritorna Bryan Adams, artista che ho sempre apprezzato tanto e che sono andato anche a guardare dal vivo, tutte le volte che mi si é presentata l'occasione. Ci tengo a ricordare soprattutto il suo live acustico alla Royal Albert Hall, di cui conservo ancora un ottimo ricordo. Questo Shine a light succede al discreto ma veramente risicato Get up del 2015 (cavolo, sono giá passati 4 anni???)

In realtá sono inorridito all'ascolto dei primi 2 singoli, ovvero la title track (scritta con Ed Sheeran, cantante che non ho mai capito come ha fatto a diventare famoso o perché piaccia a qualcuno) e That’s How Strong Our Love Is che vede addirittura guest star Jennifer Lopez. Ora, non ho nulla contro le collaborazioni con artisti pop (mi piace tanto la sua vecchia When you're gone con Mel C delle Spice girls, tanto per dirne una), ma questa canzone proprio no, manco per niente.

Di gradevole ascolto (finalmente) sono invece Part Friday Night, Part Sunday Morning e soprattuto Driving Under The Influence Of Love che sono in linea con quanto Bryan ci aveva fatto ascoltare in Get Up e con il materiale di un vecchio rocker. Evitabile, invece, la quasi cover di You shook me all night long degli Ac/dc e che risponde al nome di All or nothing. Guardando il bicchiere mezzo pieno, almeno é rock. E' in qualche modo rock anche I Could Get Used To This ma riesce nell'impresa di farsi odiare nonostante non arrivi ai 2 minuti di durata complessiva. Onesta la ballad basata su un pianoforte Talk to me (ma tutto quel riverbero sulla batteria, perché?) e forse un po' troppo moderna nei suoni ma complessivamente non male é The Last Night On Earth, brano che funzionerá meglio dal vivo. 

La maggior parte delle canzoni, in generale, mi danno la sensazione dell'album precedente, ovvero quello dell'essere un po' troppo frettolose. Nobody's girl ne é il perfetto esempio: tutto é in funzione delle vocals, ma questo pezzo con una sezione strumentale, (chessó, un solo a metá canzone o una coda finale) sarebbe stato decisamente meglio. Invece niente, pezzo chiuso prima dei 3 minuti. 
Don't look Back é una sorta di semiballad che mi convince dal primo ascolto e, purtroppo, sono veramente pochi i pezzi che lo hanno fatto. Chiude il disco la cover dei Thin Lizzy, quella Whiskey In The Jar che forse ricorderete piú nella versione dei Metallica e che Bryan ci presenta in una bella versione acustica con armonica.

Onestamente, i pezzi che ho davvero voglia di riascoltare di questo Shine a light sono 2 o 3, un po' pochini per un artista che ha scritto pagine indelebili di storia del rock, al quale non perdono alcuni brani, tipo i primi due.

Voto 58/100

Top tracks: Driving Under The Influence Of Love, Don’t Look Back, Whiskey In The Jar 
Skip tracks: Shine A Light, That’s How Strong Our Love Is, I Could Get Used To This

Tracklist:
Shine A Light
That’s How Strong Our Love Is ft. Jennifer Lopez
Part Friday Night, Part Sunday Morning
Driving Under The Influence Of Love
All Or Nothing
No Time For Love
I Could Get Used To This
Talk to Me
The Last Night On Earth
Nobody’s Girl
Don’t Look Back
Whiskey In The Jar (cover)

Giovanni Gagliano

Passionate about music I wrote my first article for "Given To Rock" in 2012, reaching now 30K global followers. I am also a musician, gigging around London.

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